PRESSING SUI RIMPATRI

Il piano migranti di Di Maio: i paesi Ue che non accettano le quote pagano

di An.C.

(foto Ansa)

2' di lettura

I poco più di 14 mila iscritti M5s che hanno partecipato alla votazione su Rousseau sul programma del Movimento in vista del voto europeo del 26 maggio hanno “prommosso”, tra le proposte “sul piatto” in tema di politica migratoria, la redistribuzione obbligatoria dei migranti. Al secondo posto quella «cooperazione internazionale finalizzata anche alla stipula di trattati per i rimpatri» che invece - secondo quanto anticipato dall’Adnkronos - sarà uno dei piatti forti del menù del programma Cinque Stelle per le europee che Luigi Di Maio presenterà alla stampa nei prossimi giorni. Un altro è il principio “chi dice no alle quote, paga”: Di Maio propone una sanzione, annuale, proporzionale ai costi che è costretto a sostenere il Paese che di primo approdo (l’Italia è, con Grecia e Spagna, in prima fila).

Il pressing di Di Maio sui rimpatri
Ma è sui rimpatri che negli ultimi giorni il leader politico M5S ha pungolato l’alleato di governo Matteo Salvini. Un pressing a tutto campo. E il campo, in questo caso, è proprio quello di competenza del ministro dell’Interno: la gestione dei flussi migratori, e le ripercussioni che ha sotto il profilo della sicurezza. I rimpatri, ha sottolineato il pentastellato, sono al palo, e in Italia vivono 600mila irregolari. A stretto giro il responsabile del Viminale ha replicato: al massimo gli irregolari nel nostro paese sono 90mila, ha detto, contraddicendo quanto riportato nel contratto del governo “del cambiamento”, dove si parlava di rimpatriare 500mila persone irregolari.

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La proposta di Di Maio in vista delle Europee si compone, in sintesi, di tre punti. Il primo: rimpatri per far rientrare i 500-600mila irregolari, «visto che sui rimpatri siamo ancora fermi e che i principali problemi di sicurezza, come hanno dimostrato i fatti di Roma e Torino riguardano gli irregolari che già abbiamo in casa».

Più corridoi umanitari per scongiurare le carrette del mare
Il secondo: stop ai barconi e il via ai corridoi umanitari europei. Come? Attraverso accordi da siglare insieme alle chiese (ad esempio quella valdese, tedesca eccetera) e alle istituzioni di solidarietà per portare i migranti nei diversi Paesi Ue. Secondo fonti M5S ci sarebbero «già contatti in corso tra il M5S e alcune Chiese».

La sanzione per chi non rispetta le quote
Il terzo punto si concentra sugli Stati che, a livello europeo, non fanno la loro parte sotto il profilo dell’accoglienza di queste persone. La proposta targata M5S prevede un meccanismo di rimborso europeo per chi non accetta le quote: chi tira dritto viene sanzionato. Deve pagare, per ogni anno, una somma proporzionale ai costi che è costretto a sostenere il Paese di primo approdo.

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