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Il Salone del Mobile alla prova Coronavirus. A rischio 30mila visitatori cinesi

Presentata la 59esima edizione della manifestazione, in programma dal 21 al 26 aprile a Milano. Attesi 2.200 espositori, ma preoccupazione per la possibile assenza dei buyer cinesi

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3' di lettura

Nella speranza che – come sostiene il presidente americano Donald Trump – ad aprile il Coronavirus sarà stato sconfitto, il Salone del Mobile di Milano prepara la sua 59esima edizione, in programma dal 21 e 26 aprile, mettendo al centro i temi della bellezza e dell’etica, intesa come sostenibilità ambientale, sociale ed economia del design e dei processi produttivi.

Gli imprenditori del settore, tuttavia, non nascondono le loro preoccupazioni per l’assenza al Salone degli operatori provenienti da Cina e Hong Kong, che sono di gran lunga la componente più numerosa e che rappresentano il mercato più dinamico per le esportazioni del settore, che valgono circa 450 milioni di euro solo per i mobili (dati FederlegnoArredo).

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Lo scorso anno i visitatori cinesi sono stati 30mila: «Certo, i cinesi mancheranno - ha detto il presidente del Salone Claudio Luti - ci saranno dei provvedimenti, abbiamo rafforzato il digitale e questo servirà per il futuro, non solamente per i cinesi. Noi espositori cinesi non ne abbiamo, come invece altre fiere che ne hanno molti, ma - ha aggiunto - abbiamo molti visitatori cinesi, anzi l'anno scorso è stato il gruppo più importante, sono stati circa 30mila. Abbiamo un mercato in sviluppo in Cina che seguiremo, cercheremo di fare il meglio perché diventerà un mercato sempre più importante».

Tanto è vero che Luti ed Emanuele Orsini, presidente di FederlegnoArredo, hanno confermato che a novembre le imprese italiane dell’arredo saranno in Cina per la quinta edizione del Salone del Mobile di Shanghai. «Non possiamo nascondere che la Cina sia un problema, perciò esprimiamo la nostra vicinanza ai nostri amici cinesi, ricordando lo stretto contatto tra i nostri due Paese, che si manifesta anche nel Salone di Shanghai», ha detto Orsini. Precisando però che al Salone di Milano sono presenti 184 Paesi del mondo: «Su 27 miliardi di fatturato generati dalle aziende italiane dell’arredamento, la Cina pesa per 450 milioni circa. È vero che tale cifra è in costante crescita, ma non si può fermare il Salone del Mobile per il Coronavirus».

In attesa di capire come evolverà la situazione, quindi, la macchina del Salone procede e annuncia l’attesa, nei padiglioni di Fiera Milano a Rho, di 2.200 espositori (di cui 600 designer del saloneSatellite) , per un quarto provenienti dall’estero.

Un evento di grandissimo impatto economico e di immagine, anche per Milano, che negli ultimi due anni ha visto arrivare, per l’occasione, oltre 400mila visitatori, con un indotto per la città di oltre 200 milioni di euro tra alberghi, affittacamere, ristoranti e negozi.

Al centro dell’edizione di quest’anno, le Biennali dedicate alla cucina (con 84 espositori) e alle tecnologie a essa legate FTK, e ai bagni (179 espositori), oltre al consueto appuntamento con il Salone internazionale del Mobile, del Complemento d’arredo, Workplace 3.0 (1.200 espositori) e al nuovo spazio S.Project (101 espositori) confermato dopo il debutto dello scorso anno.

«L’edizione di quest’anno confermerà il percorso etico e virtuoso intrapreso dalle imprese dell’arredamento – ha detto Luti, presentando la kermesse di aprile –. Perché quello di cui oggi necessitiamo è un approccio etico al design in grado di sostenere la ricerca di soluzioni più possibile sostenibili in un contesto globale e una crescente attenzione alle esigenze delle nuove generazioni che, mai come ora, sono interessate al valore intrinseco di ciò che acquistano per i propri ambienti abitativi o di lavoro».

Etica, dunque, e «Bellezza», nuova parola d’ordine che si inserisce all’interno del «Manifesto del Salone» lanciato tre anni fa. «La ricerca costante della bellezza, intesa come insieme di fattori, sarà la chiave di volta che consentirà al Salone del Mobile di rafforzare e consolidare la propria leadership globale nei prossimi anni e di anticipare i futuri stili di vita», aggiunge Luti.

Su questo tema si eserciteranno anche dieci registi (Francesca Archibugi, Pappi Corsicato, Stefano Mordini, Wilma Labate, Bruno Bozzetto, Luca Lucini, Claudio Giovannesi, Gianni Canova, Donato Carrisi, Daniele Ciprì), che interpreteranno le parole del manifesto in una installazione audiovisiva che sarà visitabile in fiera durante il Salone, la «Scatola Magica».

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