ski resort non convenzionale

Copenaghen, così si scia sul termovalorizzatore con pista italiana

Venerdì 4 ottobre apre finalmente al pubblico la pista da sci sintetica del nuovo inceneritore, nel cuore della capitale danese, disegnato dall’archistar Bjarke Ingels. Servita da quattro tra tappeti e skilift, è lunga 400 metri ed è interamente “made in Italy”: a realizzarla è stata la bergamasca Neveplast. Ecco come si scia sul termovalorizzatore più pazzo del mondo

di Enrico Marro

A Copenaghen si scia sull’inceneritore (con pista italiana)

5' di lettura

Venti euro l'ora per provare l’ebbrezza di uno slalom sopra i rifiuti di Copenhill, lo ski resort più singolare del mondo: ovvero il nuovo termovalorizzatore di Copenaghen, che con i suoi 85 metri di altezza e la sua elegante silhouette è già diventato un punto di riferimento della skyline della capitale danese, al pari della Sirenetta o del Diamante Nero. Disegnato dall’archistar Bjarke Ingels , che si aggiudicò il concorso internazionale nel 2011 proprio grazie alla pazza idea di un termovalorizzatore con stazione sciistica e pareti di arrampicata incluse, l’impianto è in funzione da un paio d’anni. Mancava la ciliegina sulla torta: le piste da sci, perennemente chiuse per infiniti test di sicurezza.

Ultimo test sulle piste prima dell’apertura: da sinistra, Patrick Gustafsson (project manager di Copenhill) e Niccolò Bertocchi (fondatore di Neveplast, l'azienda italiana che ha realizzato la pista sintetica)

Ora però l'attesa è finita. Forti di un rapporto della società di consulenza esterna Rambøll, che certifica rischi di incidenti pari a un decesso ogni milione di anni (quindi molto inferiori a quelli di un volo in aereo), lo ski resort aprirà ufficialmente e definitivamente al pubblico venerdì 4 ottobre. La pista si snoderà dal tetto del termovalorizzatore fino alla base della struttura per una lunghezza di circa 400 metri e 10mila metri quadrati di estensione, servita da quattro fra skilift e tappeti, con tanto di noleggio sci, piccolo rifugio in vetta e maestri di sci. Ma la vera sorpresa è un’altra: la pista sintetica è stata costruita ad Albano Sant’Alessandro, in provincia di Bergamo.

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Sul tetto dell'inceneritore disegnato da Bjarke Ingels c'è una fitta vegetazione naturale, fragole selvatiche comprese

Piste sintetiche “made in Italy”

C'è tanta Italia quest'autunno nella capitale danese. A partire dalle piste in plastica riciclabile e rigenerabile di Copenhill, completamente made in Italy, costruite dalla piccola ma agguerritissima Neveplast, per continuare con la “Cityringen”, la linea circolare della metropolitana di Copenaghen, opera di Salini Impregilo che verrà ufficialmente inaugurata tra pochi giorni. Aggiudicarsi la gara internazionale per la pista da sci di Copenhill non è stato per niente facile: ci sono voluti sei lunghi anni di incontri, discussioni, modifiche e soprattutto test contro i prodotti dei concorrenti prima di conquistare, nel giugno 2017, la fiducia incondizionata dei danesi. Neveplast ha realizzato per Copenhill un nuovo prodotto con cinque sfumature di verde, in modo da rendere la pista sintetica il più possibile simile a un prato naturale.

La pista sintetica, in plastica riciclabile e rigenerabile, è stata costruita dalla bergamasca Neveplast con materiali speciali in cinque sfumature di verde (foto Arc)

Così si scia sull’inceneritore
«Abbiamo sviluppato e brevettato un materiale plastico in grado di riprodurre le stesse sensazioni di una normale sciata - spiega Niccolò Bertocchi, uno dei fondatori di Neveplast - differenziandoci dai competitor grazie a tecnologie nuove e interamente made in Italy che, per esempio, hanno eliminato la necessità di dover bagnare la pista sintetica prima di utilizzarla». La sensazione di fare uno slalom a Copenhill, in mezzo ad alberi e vegetazione naturale (comprese le fragole selvatiche) ma con la skyline di Copenaghen intorno, è quella della neve artificiale dura e compatta del mattino, che viene fresata la sera precedente. «Con lo sci ben preparato permette di mantenere un ottimo controllo e anche di divertirsi parecchio», sottolinea con orgoglio Bertocchi.

Nel complesso dell'inceneritore di Copenaghen ci sono maestri di sci, noleggio di attrezzatura e persino un rifugio in vetta (foto Arc)

La trattativa per conquistare l’appalto di Copenhill è stata lunga e impegnativa. «I primi contatti risalgono al dicembre del 2011 - spiega ancora il fondatore di Neveplast - quando lo studio di architettura di Bjarke Ingels aveva in mente di utilizzare un prodotto completamente diverso dal nostro per realizzare le piste. Abbiamo lavorato duramente per cercare di assecondare i desideri del committente, sviluppando una miscela di Neveplast completamente nuova per poter essere posata sul tetto del termovalorizzatore. In Danimarca la normativa edilizia è infatti molto restrittiva e prevede l'uso di materiali antincendio sui tetti. Inoltre abbiamo sviluppato un materiale che non subisce dilatazione termica, quindi esteticamente molto più bello, realizzandolo in diverse tonalità di colore».

La pista di Copenhill, lunga circa 400 metri, è servita da quattro tra tappeti e skilift (foto Arc)

Il project manager di Copenhill, Patrick Gustafsson, ha fatto più di cinque anni di test in tutto il mondo (dall’Ungheria agli Stati Uniti, dalla Cina alla Gran Bretagna) per provare anche le piste dei competitor. Ma alla fine di questo slalom infinito, nel giugno del 2017 è stata l’azienda bergamasca ad aggiudicarsi il prestigioso appalto. «La collaborazione con lo studio Bjarke Ingels è stata molto proficua sia dal punto di vista professionale che da quello umano», sottolinea Bertocchi. Quanto alle pareti artificiali di arrampicata, con i loro 85 metri sono le più alte del mondo.

Destinato ad attrarre 300mila visitatori l'anno, Copenhill smaltisce circa 400mila tonnellate di rifiuti l'anno, garantendo elettricità a 60mila abitazioni e teleriscaldamento a 160mila case (foto Arc)

Il termovalorizzatore più particolare del mondo
Destinato secondo alcune stime ad attrarre 300mila visitatori l’anno, il nuovo termovalorizzatore di Copenaghen è alto 85 metri, lungo 200 e largo 60. L'impianto Amager Bakke, ora ribattezzato Copenhill, smaltisce circa 400mila tonnellate di rifiuti prodotti ogni anno da oltre 500mila abitanti e da almeno 46mila aziende, garantendo elettricità a 60mila abitazioni e teleriscaldamento a 160mila case.

Dopo che Bjarke Ingels ha vinto il concorso internazionale nel 2011, la costruzione dell'impianto è iniziata nel 2013. Il termovalorizzatore, il secondo più grande della Danimarca, è in funzione dal 2017 ed è dotato di uno dei sistemi di pulizia dei fumi più avanzati al mondo, tra l'altro con uno speciale catalizzatore per rimuovere il monossido di azoto. È costato oltre 600 milioni di euro. Regalando ai danesi, cittadini di un Paese dove l’altitudine massima è 171 metri, la possibilità di non dover “emigrare” in Svezia o sulle Alpi per concedersi uno slalom.


Nella penisola di Refshaleøen, a due passi dal termovalorizzatore, ristorante Amass, fondato da Matt Orlando, ex chef del Noma (foto Wonderful Copenhagen)

E vicino all’inceneritore ecco la penisola delle sorprese

C'è il nuovo Noma, fiore all’occhiello a due stelle Michelin della cucina danese nonché faro della cucina “new Nordic” , per quattro volte giudicato miglior ristorante del mondo, ma anche il famoso Amass dell’ex chef del Noma, Matt Orlando. Ci sono le nuove case galleggianti per studenti ispirate a quella di Bjarke Ingels, l'archistar dell’inceneritore, risposta tutta danese all’emergenza abitativa della capitale. Ma anche l’intrigante Reffen, grande mercato di street food biologico aperto all’innovazione e alle startup dei giovani: oggi conta circa 90 tra stand gastronomici, bar e boutique creative. La penisola di Refshaleøen, attaccata a quella di Amager dove si scia sul termovalorizzatore più particolare del mondo, è insomma un grande concentrato di sorprese ad appena quattro chilometri dal centro di Copenaghen.

Sempre a Refshaleøen ecco il nuovissimo Broaden & Build, il birrificio più trendy di Danimarca, un casual restaurant famoso per il suo delizioso pollo fritto e per i graffiti di artisti locali (foto Wonderful Copenhagen - Giuseppe Liverino).

Un tempo cuore dei grandi cantieri navali Burmeister & Wain, arrivati ad avere ottomila operai nella loro storia centenaria prima di chiudere i battenti nel 1996, Refshaleøen ha cambiato pelle diventando culla di creativi e food lovers. Una Copenaghen segreta, dunque, nelle cui pieghe per esempio troviamo il nuovissimo Broaden & Build, il birrificio più trendy di Danimarca, creato in un vecchio magazzino navale sempre da Matt Orlando: casual restaurant famoso per il suo pollo fritto e per i graffiti di artisti locali, è frequentato dall’élite gastronomica della capitale, compreso Rasmus Kofoed, chef del Geranium, unico ristorante tristellato di Danimarca. Gli amanti della cultura, poi, troveranno a Refshaleøen pane per i loro denti con il Copenhagen Contemporary, una colossale galleria d’arte contemporanea da settemila metri quadrati che permette l’allestimento di installazioni davvero extralarge.

Le case galleggianti per studenti, disegnate da Bjarke Ingels e ricavate da vecchi container, sono una delle risposte danesi alla penuria di alloggi (foto Wonderful Copenhagen - Giuseppe Liverino)

E in quest'angolo folle e creativo della capitale danese, ecco che vecchi container vengono completamente ristrutturati per farne alloggi galleggianti destinati ai tanti studenti fuori sede, simili in tutto e per tutto alla “floating house” dalle ampie vetrate disegnata da Bjarke Ingels qualche anno fa. Last but not least, a Refshaleøen merita una visita la panetteria artigianale Lille Bakery, con i suoi deliziosi biscotti. Da gustare passeggiando sul lungomare, immersi nell'aria fresca e frizzante del Baltico.

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