Concordato Astaldi, indagati due commissari. Perquisiti gli uffici
Le indagini preliminari, precisa la Procura, «sono dirette a verificare ipotesi di reato di corruzione in atti giudiziari e istigazione alla corruzione e non riguardano organi della procedura diversi da quelli sopra indicati, sono tuttora in corso»
di Ivan Cimmarusti
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La Procura di Roma ha avviato una indagine in relazione alla procedura di ammissione al concordato preventivo in continuità della società Astaldi Spa. In una nota i pm precisano che «il 30 ottobre 2019 sono state eseguite perquisizioni nei confronti di due dei tre commissari della procedura concordataria, nei confronti dell’attestatore e nei confronti di altro professionista». Nel registro degli indagati sono finiti due commissari: Stefano Ambrosini e Francesco Rocchi, accusati di corruzione in atti giudiziari, in quanto si stanno occupando del concordato.
Le indagini preliminari, precisa la nota, «sono dirette a verificare ipotesi di reato di corruzione in atti giudiziari e istigazione alla corruzione e non riguardano organi della procedura diversi da quelli sopra indicati, sono tuttora in corso». Inoltre la Procura precisa che «l’accertamento dei fatti mira a garantire che l’intera procedura sia tenuta indenne da ogni possibile illecito, ove sussistente, e comunque da ogni eventuale dubbio a tale riguardo. Tali accertamenti hanno ad oggetto specifiche condotte di persone fisiche e non coinvolgono le attività tuttora in corso dell'azienda».
Secondo gli inquirenti tutto ruoterebbe attorno agli importi professionali ottenuti dai due commissari. In particolare Corrado Gatti - professionista che ricopre il ruolo di soggetto indipendente nel concordato Astaldi - avrebbe fatto avere un compenso pari a 12 milioni di euro ai due commissari, attraverso operazioni intercettate dagli investigatori.