AUTO ELETTRICA

Tesla, il titolo batte nuovi record. In 6 mesi prezzo raddoppiato

Conti in attivo, miglioramenti nella produzione e nelle consegne, una nuova gigafactory in Cina che va meglio del previsto e una in arrivo in Europa. Il gruppo di Elon Musk oggi convince anche gli analisti sulle sue prospettive di crescita, anche se resta la paura di volatilita' dopo un raddoppio delle quotazioni in Borsa nel giro di meno sette mesi

di Marco Valsania

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4' di lettura

NEW YORK - Da 178 a oltre 400 dollari. Da minimi toccati il 3 giugno a nuovi record neppure sette mesi dopo. Tesla, l'innovativo e discusso leader dell'auto elettrica e hi-tech creatura dell'imprenditore-miliardario Elon Musk, ha ingranato a sorpresa una marcia in più a Wall Street nella seconda parte dell'anno.

Accelerando ancora da ottobre, sull'onda di una “miscela” di bilanci tornati in attivo, schiarite su produzione e consegne di modelli, pronostici ottimistici per i mesi in corso e futuri. Ingredienti incoraggianti sono stati anche l'inaugurazione della sua terza Giga-factory in Cina, decollata battendo le attese, e l'annuncio che Berlino sarà la sede del prossimo mega-impianto europeo. Dissipati invece, all'apparenza, rischi e sfide tecnologiche e produttive, interrogativi di strategia, trasparenza e leadership.

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72 miliardi di market cap
Con l'ultimo balzo, la market cap del gruppo è balzata oltre i 72 miliardi. Schiacciando quelle di giganti americani dell'auto tradizionale, a loro volta impegnati a innovare ma tuttora lontani dalle iniziative di Tesla: General Motors, con i suoi 53 miliardi di capitalizzazione di Borsa, e Ford, con 38 miliardi. E per qualcuno Tesla potrebbe avere ancora ragione di correre in assenza di shock negativi: i guadagni delle azioni da inizio anno restano inferiori a quelli dell'indice S&P 500, pari al 22% rispetto al 28 per cento. Il titolo, di sicuro, ha perso la distinzione di re delle scommesse al ribasso tra gli operatori: le azioni in mano a short sellers sono scivolate dal 36% a maggio al 19% odierno.

Vicina alla soglia dei 420 dollari
La nuova euforia degli investitori è testimoniata anche e soprattutto da una curiosità: il prezzo delle azioni sta ormai avvicinandosi, senza alcun timore, alla provocatoria soglia dei 420 dollari. Provocatoria perché fu quella citata da Musk in un controverso tweet che parlava di ritirare Tesla dal mercato azionario. Quel tweet, del 17 agosto 2018 e oggi archiviato e dimenticato, fece schizzare al rialzo le quotazioni fino al precedente massimo storico di 389 dollari. Ma fece piombare Musk in un mare di guai con la Sec, che aprì indagini per inganno e manipolazione del mercato. Emerse che Musk non aveva neppure rastrellato i fondi necessari per una simile operazione come assicurato. «Sto considerando un delisting di Tesla a 420 dollari. I finanziamenti sono sicuri», aveva twittato. Qualunque ipotesi di “privatizzazione” fu in seguito esplicitamente abbandonata.

Il periodo buio
L'episodio fu l'inizio di un periodo buio per l'azienda e il suo titolo, di una brusca caduta nei favori di investitori e analisti davanti a tempi duri legati a ritardi e ostacoli nella catena di produzione e a improvvise carenze di risorse finanziarie. Tesla all'inizio dell'anno rispose svelando, tra le polemiche, riorganizzazioni e tagli, tra i quali una chiusura di buona parte delle showroom retail per mantenere solo le vendite online.

La scommessa degli investitori è che adesso sia i problemi di produzione che di governance siano superati, che l'azienda possa proseguire sulla strada della crescita con alla guida un Musk diventato più disciplinato e attento. Le promesse di rivoluzionare il settore hanno sempre sostenuto Tesla, seppur alternandosi a delusioni che hanno visto il titolo franare. La sua volatilità è leggendaria: il 25 luglio, in risposta a un bilancio trimestrale inferiore alle previsioni, il titolo bruciò in una sola seduta il 14%; il 24 ottobre guadagnò, nel medesimo lasso di tempo, il 18% grazie a utili trimestrali superiori alle stime - pari a 143 milioni. Da quel giorno, però, le quotazioni sono complessivamente lievitate del 55 per cento.

Entusiasmo per le giga-factory
Gli analisti cominciano a dar credito a questo rialzo. Molteplici osservatori, in maggior dettaglio, hanno spiegato, senza sollevare del tutto un velo di mistero, la più recente corsa del titolo con il trampolino offerto dall'entusiasmo per la Gigafactory cinese. «Appare più robusta in termini di capacità e possibilità di produzione di quanto ipotizzato», ha commentato Daniel Ives, di Wedbush Securities. Definendo questo come un elemento chiave per gli ottimisti su gruppo, «parte cruciale della tesi a sostegno della crescita di Tesla nel 2020».

In Cina i margini di profitto di Tesla, stima Bill Salesky di Argus Research, potrebbero battere la media dell'azienda pari al 25 per cento. Oppenheimer ha affermato che la produzione, nei pressi di Shanghai, dà segno di essere «senza ostacoli». Gli analisti sottolineano anche una domanda superiore al previsto in Europa. La fiducia generalizzata ha contagiato persino una banca tradizionalmente pessimista sul titolo Tesla quale Credit Suisse, che ha dato alle stampe un rapporto più roseo: il suo analista Dan Levy, reduce da una visita alla gigafactory del gruppo in Nevada, ha ammesso che le batterie per i veicoli elettrici e self driving sviluppate da Tesla le garantiscono un significativo vantaggio su tutti gli altri concorrenti nell'auto.

Scommesse sul bilancio del quarto trimestre
Tutto cià dà credibilità ai progetti enunciati da Musk, a cominciare dalla strategia di aprire in tutto fino a dieci o dodici mega-impianti nel mondo. Quello di Berlino dovrebbe aprire i battenti nel 2021 sfornando berline di massa Model 3 e crossover Model Y, come oggi in Cina. Nei giorni scorsi Tesla, sul fronte di continui, innovativi prodotti, ha anche presentato il suo Cybertruck, furgone pickup che avrebbe già ricevuto stando a Musk 250.000 pre-ordini. I prossimi appuntamenti, questa volta su consegne e performance finanziaria, sono attesi tra gennaio e febbraio. I conti del quarto trimestre, secondo gli analisti, potrebbero mostrare un nuovo attivo, con utili per azione di 1,30 dollari, e vendite da 6,7 miliardi.

Il gioco delle aspettative
L'ottimismo ritrovato non cancella tuttavia le incognite su un gruppo da sempre al centro di dibattiti sulla sua vocazione rivoluzionaria ma anche di polemiche, dubbi e volatilità a Wall Street. Levy, l'analista di Credit Suisse, pur sfoggiando ottimismo, evidenzia il rischio che rimane davanti al gruppo di Musk. Un rischio che nasce dal gioco delle aspettative: «Le aspettative per Tesla sono cresciute - ammonisce - E se emergono dati nuovamente deboli il titolo potrebbe essere esposto ad una correzione».

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