report cabina di regia

Coronavirus, Iss: Rt scende a 0,97 dopo 5 settimane di crescita

Lombardia da domenica in zona arancione. Nel periodo 30 dicembre 2020 - 12 gennaio 2021 scende l'indice di trasmissibilità Rt medio calcolato sui casi sintomatici

di Nicoletta Cottone

Coronavirus, quanto colpisce ogni 100mila abitanti: il più alto a Bolzano con 646

5' di lettura

Dopo cinque settimane di aumento scende l’indice nazionale del contagio da nuovo coronavirus: l’ormai celebre Rt è a 0,97. La bozza del monitoraggio settimanale di Istituto superiore di sanità e ministero della Salute evidenzia del periodo 30 dicembre 2020 - 12 gennaio 2021 un indice di trasmissibilità Rt medio calcolato sui casi sintomatici pari a 0,97. In calo rispetto alla rilevazione della scorsa settimana che collocava l’Rt nazionale a 1.09.

La querelle sui dati della Lombardia

La Lombardia marcia verso la zona arancione, da domenica, mentre sui dati è battaglia fra la regione e l’Istituto superiore di sanità. Da una parte la Lombardia afferma, per voci di fonti qualificate, che l’Iss avrebbe sovrastimato l’Rt riferito al 30 dicembre, dall’altro l’Istituto di sanità segnala una correzione dei dati operata successivamente al primo invio dalla regione. La stima dell'indice Rt della Lombardia, spiega l’Iss, è stata cambiata perché la Regione ha modificato i dati inviati all’Istituto sul numero dei pazienti sintomatici. L'Istituto superiore di sanità - si legge in una nota dell’Istituto - è un organo tecnico scientifico che lavora con i dati inviati dalle Regioni e Province autonome e ripetutamente validati dalle stesse». L’Iss spiega che «questo avviene da 37 settimane regolarmente con tutte le regioni e province autonome. La Regione Lombardia, nella settimana corrente, ha modificato i dati relativi alla settimana precedente il 22 gennaio. La modifica ha riguardato in particolare il numero di pazienti sintomatici con infezione confermata sui quali si basa il calcolo dell'Rt. Questa variazione - conclude la nota - ha comportato la modifica della stima di Rt della settimana precedente». La regione Lombardia parla invece di «un necessario aggiornamento di un 'campo del tracciato', tracciato che quotidianamente viene inviato all'Istituto Superiore di Sanità». E parla di «un'anomalia dell'algoritmo utilizzato dall'Iss per l'estrazione dei dati per il calcolo dell'Rt, segnalata dagli uffici dell'assessorato al Welfare della Regione e condivisa con Roma».

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Quattro regioni a rischio alto, undici moderato e sei basso

Complessivamente ci sono quattro fra regioni e province autonome con una classificazione di rischio alto (erano 11 la settimana precedente): provincia auronoma di Bolzano, Sardegna, Sicilia e Umbria. Undici sono con rischio moderato (di cui cinque ad alto rischio di progressione a rischio alto nelle prossime settimane): Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Pa/Trento, Puglia, Valle d'Aosta e Veneto. Cinque le regioni classificate a rischio moderato dove viene segnalata alta probabilità di progressione a rischio alto (Lazio, Marche, Molise, PA/Trento e Valle d'Aosta). Sei le regioni classificate a rischio basso: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Liguria e Toscana. La classificazione del rischio viene stilata considerando, tra l'altro, l'incidenza per 100mila abitanti, nuovi casi segnalati nella settimana, il trend settimanale con i focolai (se in aumento o diminuzione), stima Rt puntuale, esistenza di zone rosse, valutazione della probabilità e di impatto, allerte sulla resilienza dei servizi sanitari territoriali.

Rezza: «Le misure hanno funzionato»

I dati dell'ultimo monitoraggio settimanale della cabina di regia indicano che «le misure di contenimento e di restrizione hanno funzionato e che bisogna pertanto continuare a mantenere dei comportamenti prudenti, tanto più che siamo nel corso di una campagna di vaccinazione ed è bene non sovraccaricare le strutture sanitarie», segnala in un videomessaggio il direttore della Prevenzione del ministero della Salute Gianni Rezza.«Per la prima volta dopo 5 settimane di ascesa - spiega - l'indice Rt tende a diminuire e si fissa di poco al di sotto di 1, così come anche l'incidenza, che però rimane elevata intorno a 340 casi di Covid per 100mila abitanti. Per quanto riguarda invece il tasso di occupazione dei posti in terapia intensiva c'è una tendenza a una lieve diminuzione anche se si resta intorno alla soglia critica».

Dieci regioni con Rt sopra 1

Sono dieci le regioni con Rt sopra 1. Molise e Sicilia guidano la classifica dell’Rt rispettivamente con 1.38 e 1.27. Questo il quadro degli Rt puntuali regione per regione contenuto nella bozza del monitoraggio settimanale con dati al 20 gennaio 2021 relativi alla settimana 11- 17 gennaio 2021. Ecco i dati: Abruzzo 1.05, Basilicata 1.12, Calabria 1.02, Campania 0.76, Emilia Romagna 0.97, Friuli Venezia Giulia 0.88, Lazio 0.94, Liguria 0.99, Lombardia 0.82, Marche 0.98, Molise 1.38, Piemonte 1.04, provincia autonoma di Bolzano 1.03, provincia autonoma di Trento 0.9, Puglia 1.08, Sardegna 0.95, Sicilia 1.27, Toscana 0.98, Umbria 1.05, Valle d’Aosta 1.12, Veneto 0.81.

I contagi ogni 100mila abitanti: Bolzano a 646

In generale si osserva una “lieve diminuzione” dell'incidenza a livello nazionale negli ultimi 14 giorni: 339,24 per 100mila abitanti (4 gennaio 2021-17 gennaio 2021) contro 368,75 per 100mila abitanti (28 dicembre 2020-10 gennaio 2021). Sebbene questa settimana il dato di incidenza settimanale non sia pienamente confrontabile con la settimana scorsa (per l'estensione dal 15 gennaio 2021 della definizione di caso a test antigenici rapidi), il fatto che «sia in diminuzione anche tenendo conto dei casi diagnosticati pure con test rapido è un segno di miglioramento epidemiologico». Ecco i dati delle singole regioni e province autonome: Abruzzo 249,13; Basilicata 242,02; Calabria 219,62 (in salita era 196); Campania 237,30; Emilia Romagna 494,41; Friuli Venezia Giulia 507.86 (in salita era 476); Lazio 319,46; Liguria 284,03; Lombardia 274,39 (in salita era 269); Marche 409,71; Molise 277,90 (in salita era 246); Piemonte 276,34; provincia autonoma di Bolzano 646,14 (in salita era 571); provincia autonoma di Trento 346,02 (in lieve aumento, era 342); Puglia 389,17 (in salita era 383); Sardegna 203,81; Sicilia 443,06 (in salita era 392); Toscana 158.54; Umbria 316.37 (in lieve aumento, era 314); Valle d’Aosta 219,92: Veneto 579,92.

Sardegna verso la zona arancione

In peggioramento i dati della Sardegna: in base al monitoraggio della Cabina di regia si delinea un passaggio dalla zona gialla a quella arancione, da domenica. Una regione (Umbria) e una provincia autonoma (Bolzano) sono state classificate a rischio alto per la terza settimana consecutiva. «Questo prevede specifiche misure da adottare a livello provinciale e regionale».

Sotto la soglia considerata a rischio grazie alle chiusure natalizie

Dunque si scende sotto la soglia considerata a rischio per l’effetto chiusure del periodo natalizio sui contagi. Nel corso delle festività natalizie, in via precauzionale, il Paese è stato quasi sempre zona rossa o arancione. L’epidemia, sottolinea il report, resta però in una fase delicata e un nuovo rapido aumento nel numero di casi nelle prossime settimane è possibile, se non venissero mantenute rigorosamente misure di mitigazione a livello nazionale e regionale. Il report rende noto che si registrano forti variazioni inter-regionali, con alcune regioni con numero assoluto di ricoverati in area critica e il relativo impatto, uniti all’elevata incidenza impongono comunque incisive misure restrittive.

Terapie intensive: 12 regioni sopra la soglia critica

Sono 12 fra Regioni province autonome che hanno un tasso di occupazione in terapia intensiva e/o aree mediche sopra la soglia critica . Un numero che resta pari a quello della settimana precedente. La boza rileva che il tasso di occupazione in terapia intensiva a livello nazionale, invece, è sceso sotto la soglia critica (30 per cento).

Diminuisce il rischio di epidemia non controllata

«Diminuzione del rischio di una epidemia non controllata e non gestibile nel Paese dovuta principalmente a una diminuzione della probabilità di trasmissione di SARS-CoV-2 ma in un contesto in cui l'impatto sui servizi assistenziali rimane alto nella maggior parte delle Regioni/PPAA», segnala la bozza di monitoraggio.

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