I punti chiave
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Con un colpo di teatro finale il disegno di legge annuale per la concorrenza è stato approvato venerdì 22 luglio dalla commissione Attività produttive della Camera. Nonostante la crisi di governo e lo scioglimento delle Camere la riforma, determinante per centrare gli obiettivi del Piano di ripresa e resilienza (Pnrr) concordati con la Ue, va dunque avanti.
Lo stralcio dell’articolo su taxi e noleggio con conducente
Un accordo della maggioranza (o, nei fatti, ex maggioranza) ha deciso il via libera, contestuale però allo stralcio dell’articolo 10 su taxi e noleggio con conducente, il tema che nelle ultime settimane ha fortemente diviso la maggior parte dei partiti (Lega, Leu ma anche Pd e Forza Italia) e il governo che puntava a blindare la delega per la riforma del settore. In realtà, dopo le dichiarazioni di Draghi di mercoledì 20 luglio al Senato fortemente critiche verso i partiti che hanno appoggiato le proteste non autorizzate dei tassisti, anche il governo dimissionario ha preso atto del cambiamento radicale del contesto e ha acconsentito allo stralcio.
La scelta della capigruppo della Camera per superare l’impasse
Nel primo pomeriggio del 21 luglio la riunione dei capigruppo dell’Aula di Montecitorio aveva sancito l’accordo per l’approvazione del testo con ritiro di tutti gli emendamenti pendenti e approvazione di un emendamento soppressivo dell’articolo 10. In questo modo Lega, Leu, Pd e Fi - oltre a Fratelli d’Italia per l’opposizione - portano a casa lo stralcio della riforma che li aveva messi in grande difficoltà di fronte agli agguerriti sindacati dei tassisti. Commenta Martina Nardi, deputata del Pd, presidente della commissione Attività produttive: «Penso che la priorità sia salvare la tranche del Pnrr legate a questa legge. Se mettiamo questo obiettivo sul piatto della bilancia con l’articolo dei taxi non ci può essere discussione. Nulla vieta di recuperare il tema nella prossima legge annuale».
Per la Concorrenza servirà la terza lettura al Senato, ma è una formalità
Il Ddl concorrenza per il 2021, che era stato già approvato dal Senato a fine maggio, approderà lunedì 25 in assemblea alla Camera con voto il giorno dopo per poi tornare a Palazzo Madama per la terza e definitiva lettura, una formalità a quel punto. La soluzione, maturata sul filo delle regole parlamentari, consente al governo uscente di rispettare l’obiettivo di approvare il Ddl entro la pausa estiva. Poi, però, andranno emanati i relativi decreti delegati entro la fine del 2022. Perché l’approvazione della legge avrebbe senso solo se per dicembre, salvo proroghe straordinarie da concordare con Bruxelles, si darà corso anche a tutta la parte attuativa.
Le deleghe al Governo
E non è un dettaglio. Il disegno di legge infatti prevede diverse deleghe al governo, a cominciare da quelle per la mappatura di tutte le concessioni pubbliche e per la definizione dei criteri con cui mettere a gara le concessioni balneari. È prevista una delega anche per il riassetto dei servizi pubblici locali, annacquato nel passaggio parlamentare così come la norma ordinaria sulle gare nei trasporti regionali. Due ampie deleghe riguardano la semplificazione delle autorizzazioni per le attività di impresa e il coordinamento dei controlli sulle aziende. Nei 36 articoli del provvedimento figurano poi misure su porti, gas, sanità e farmaci, tlc e poste, concessioni idroelettriche, rifiuti, società partecipate, colonnine di ricarica elettrica, poteri dell’autorità Antitrust. Tra le ultime modifiche approvate in commissione alla Camera c’è il rinvio al 1° gennaio 2023 delle nuovi disposizioni sull’Rc auto che estendono l’obbligo del risarcimento diretto anche alle compagnie europee.
Bloccato invece il Ddl per il 2022
Resta bloccato invece il Ddl per il 2022 che il governo avrebbe dovuto presentare in Parlamento già entro giugno e che, secondo quanto stabilito nel Pnrr, dovrebbe essere approvato dalle Camere entro il 2023.