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Affari e lavoro, Milano in testa con start up e innovazione

L’e-commerce premia Napoli, il tasso di occupazione Bolzano. Alberghi top a Cagliari

di Giacomo Bagnasco

2' di lettura

Milano perde il primo posto in «Ricchezza e consumi», ma lo mantiene in «Affari e lavoro», seguita come l’anno scorso da Trieste. Tra le prime dieci si confermano anche Roma (sul terzo gradino del podio, scalando sette posizioni), Prato e Bologna. La prima delle nuove entrate è Monza Brianza, quinta. Per il resto, se nelle posizioni di testa nove territori appartengono al Nord (che ne schiera sei, con due a testa per Lombardia ed Emilia Romagna) o al Centro (tre, di cui due toscani), non si può non notare la bella eccezione di Cagliari, rappresentante di Sud e Isole che scala la classifica fino al sesto posto. In coda sette province meridionali ma anche tre del Nord: le piemontesi Vercelli e Verbano-Cusio-Ossola e la veneta Rovigo, che è ultima.

Su 15 indicatori di questo settore dell’indagine del Sole 24 Ore, sono sette quelli in cui Milano termina nella top ten, aggiudicandosi il primo posto per l’alto tasso di startup innovative, il secondo per nuove imprese registrate e il terzo per imprese che fanno ecommerce. Un parametro, quest’ultimo, che vede in testa Napoli, capace di terminare 12ª in classifica generale (appena dietro Bari) grazie anche a un altro primato, quello del basso numero di pensioni di vecchiaia.

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Trieste, di nuovo medaglia d’argento, non conquista nemmeno un primo posto tra gli indicatori, ma è terza per startup innovative e nuove imprese iscritte, mentre finisce seconda per la quota di imprese straniere (qui vince Prato) e per la percentuale di popolazione in età “attiva” – da 25 a 64 anni – che partecipa a progetti di formazione continua. Una classifica, questa, dove si afferma Cagliari, con un quoziente che sfiora il 20 per cento.

Alti e bassi al Sud

Sempre Cagliari è poi la migliore per qualità ricettiva delle strutture alberghiere, seguita da sei province del Sud, tra cui le pugliesi Taranto, Brindisi e Bari.

Il Mezzogiorno ottiene altri “ori” con Vibo Valentia (che vanta il più alto tasso di imprenditorialità giovanile, presumibilmente spinto da un tessuto imprenditoriale poco denso, ed è subito seguita da altre 15 meridionali) e Oristano (poche imprese cessate), ma precipita quando si guarda ad altre classifiche. Dimostra un’alta percentuale dei “neet”, giovani che non lavorano e non studiano (un parametro in cui la più virtuosa è Verona); e occupa le ultime 33 posizioni per quanto riguarda il tasso di occupazione: in fondo è Caltanissetta con un 40,9%, lontano dal 75,8% della primatista Bolzano.

Dopo Milano e Roma – che finisce nelle prime 10 per iscrizioni di nuove imprese, percentuale di imprese straniere e densità di posti letto nelle strutture ricettive (dove è settima, mentre prima è Rimini) – per gli affari e il lavoro i grandi territori sono rappresentati anche da Bologna e Firenze, che sono rispettivamente settima e nona in classifica generale.

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