ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùTrasporto aereo

Ita, rosso da oltre 500 milioni. Ultimatum della Ue su Alitalia

La compagnia chiude il 2022 con perdite oltre le attese. Al cda l'esame del piano. Bruxelles ordina all'Italia di recuperare i 400 milioni del prestito ponte del 2019

di Giorgio Pogliotti

Ita Airways. Nel 2022 le perdite hanno superato i 500 milioni di euro

3' di lettura

Ita Airways ha archiviato il 2022 con oltre 500 milioni di perdite. Nel bilancio il rosso supererebbe le previsioni che parlavano di un “rosso” di 460 milioni: su questo risultato ha influito la congiuntura negativa che ha fatto lievitare i costi del carburante, ma il risultato è comunque in controtendenza con molte compagnie europee (da Lufthansa a Tap) che, nonostante i prezzi del fuel, hanno fatto segnare utili beneficiando della ripresa del settore aereo.

Il bilancio potrebbe essere esaminato dal cda convocato per oggi pomeriggio che ha all’ordine del giorno il nuovo organigramma e il piano industriale. Negli ultimi dati disponibili, quelli dei primi 9 mesi del 2022, l’Ebitda era negativo per 290 milioni di euro, in particolare nel solo terzo trimestre l’Ebitda era negativo per 20 milioni, come risultato della gestione operativa positiva per 90 milioni, a fronte di un aumento di costi del carburante per 110 milioni.

Loading...

Intanto prosegue a ritmo serrato il negoziato in esclusiva tra il Tesoro e Lufthansa per l’acquisizione del 40% di Ita: si lavora alla definizione di un piano industriale condiviso. L’obiettivo è quello di raggiungere un preaccordo per inizio aprile. Ma con il closing poi soggetto ai tempi necessari all’Antitrust europeo per pronunciarsi, si dovrebbe finire al termine dell’estate, dunque resta da utilizzare l’ultima tranche di 250 milioni di risorse statali, nell’ambito degli 1,35 miliardi autorizzati dalla Commissione europea, per rimpinguare la cassa di Ita prima dell’ingresso di nuovo capitale.

Ancora in tema di Commissione europea, ieri a distanza di tre anni e mezzo, ha ordinato al governo italiano di recuperare il prestito ponte da 400 milioni di euro che è stato concesso il 26 ottobre 2019 ad Alitalia, perché «incompatibile» con le normative comunitarie, confermando che come «ha già rilevato nel settembre 2021» Ita Airways «non è il successore economico» della compagnia, pur avendone rilevato alcuni asset, e «pertanto non è tenuta a rimborsare l’aiuto ricevuto da Alitalia». Per il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti «l’esclusione di Ita dalle richieste di restituzione del prestito ponte ad Alitalia è la dimostrazione che siamo nel giusto e continueremo su questa strada. Le conclusioni della Commissione Ue erano attese e ampiamente previste».

A maggio 2017 Alitalia era stata commissariata e continuava ad operare. Per mantenere l’ex compagnia di bandiera operativa, nel 2017 e nel 2019, vennero concessi dai governi italiani due prestiti, rispettivamente, da 900 milioni di euro (in due tranches) e da 400 milioni di euro. Nel 2018 la Commissione avviò un’indagine per stabilire se il prestito del 2017 fosse conforme alle norme sugli aiuti di Stato e nel febbraio 2020 mise nel mirino il prestito aggiuntivo di 400 milioni del 2019. A settembre 2021 Bruxelles concluse che il prestito di Stato da 900 milioni era illegale, ma non è mai stato restituito.

Adesso è arrivata la decisione sul prestito da 400 milioni: per Bruxelles «non è stata valutata in anticipo la probabilità di rimborso dei prestiti con gli interessi» dal governo italiano che «si è concentrato nel voler garantire la continuità del servizio dei voli» di Alitalia. Nessun investitore privato, fa notare la Commissione Ue, all’epoca si sarebbe esposto concedendo un prestito alla compagnia, l’aiuto del governo italiano ha conferito ad Alitalia un «ingiusto» vantaggio economico rispetto ai suoi concorrenti.

«È un mero pro forma, anche questa somma non sarà recuperata dal governo italiano, - commenta Andrea Giuricin, professore di economia dei trasporti all’Università Bicocca di Milano - come già i 900 milioni del 2017. La Commissione europea ci ha messo tre anni e mezzo per decidere, questa lentezza è frutto di una decisione politica di Bruxelles, e i contribuenti italiani non vedranno restituire il prestito, considerando il tasso di interesse annuo del 10% stiamo parlando di quasi 600 milioni».

Riproduzione riservata ©
Loading...

Brand connect

Loading...

Newsletter

Notizie e approfondimenti sugli avvenimenti politici, economici e finanziari.

Iscriviti