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Cartelle esattoriali, la classifica dei ricorsi regione per regione

Il 32,6% di ricorsi tributari in primo grado contro l’agenzia delle Entrate-Riscossione riguarda le cartelle. Aumenta il contenzioso nel secondo trimestre 2022

: "Pace fiscale per contribuenti onesti che hanno problemi finanziari"

2' di lettura

Il 32,6% dei ricorsi tributari contro l’agenzia delle Entrate-Riscossione depositati nel secondo trimestre del 2022 riguardano le cartelle esattoriali. Una maggiore litigiosità verso questi atti, che trova conferma nell’aumento del contenzioso: tra il 1° aprile e il 30 giugno i ricorsi nel primo grado della giustizia tributaria sono stati 41.047, in aumento del 62,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

La classifica per ricorsi

I dati, pubblicati nel rapporto trimestrale dell’agenzia delle Entrate, indicano una sorta di mappa della litigiosità. Risulta una maggiore impugnazione delle cartelle in:

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1. Campania (3.653);
2. Calabria (2.807);
3. Lazio (2.393);
4. Puglia (1.208);
5. Sicilia (1.065);
6. Lombardia (679);
7. Toscana (231);
8. Veneto (224);
9. Piemonte (211);
10. Emilia-Romagna (182);
11. Liguria (148);
12. Marche (113);
13. Abruzzo (110);
14. Sardegna (104);
15. Basilicata (76);
16. Umbria (70);
17. Friuli Venezia Giulia (40);
18. Molise (33)
19. Trentino-Alto Adige (32);
20. Valle d’Aosta (11).

La pace fiscale

Intanto il nuovo Governo lavora a una più ampia pace fiscale, mettendo in agenda un'altra operazione di stralcio integrale delle mini-cartelle. Un’ipotesi che si pone in scia alle cancellazioni – seppur con regole differenti – messe in atto nell'ultima legislatura da due Esecutivi diversi: il governo Conte I, sostenuto dalla maggioranza giallo-verde, e quello guidato da Mario Draghi.

I due annullamenti integrali di tasse, multe stradali e contributi, secondo le stime della Corte dei conti, potrebbero aver riguardato in tutto più di 50 miliardi di euro iscritti a ruolo. Cifra che può sembrare enorme, ma che va rapportata alla mole abnorme dei carichi affidati all'agente della riscossione e ormai quasi impossibili da incassare: alla fine dello scorso anno avevano raggiunto i 1.100 miliardi di euro.

Anche la portata di questi numeri fa capire perché il tema della pace fiscale e di una nuova misura “taglia debiti” sia una priorità per la maggioranza di centro-destra e il governo di Giorgia Meloni. Sarebbe, insomma, un segnale “distensivo” verso i contribuenti ancora alle prese con le crisi economiche post Covid ed energetica e, allo stesso tempo, permetterebbe di svuotare il magazzino dell’agente della riscossione.

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