OPPOSIZIONE DEI FIAMMINGHI

Belgio, il governo rischia di cadere su migranti e Global compact

di Alb.Ma.

Migranti, Conte: su Global Compact giusto dibattito in Parlamento

2' di lettura

Il governo belga rischia la crisi sul Global compact, il documento programmatico dell’Onu sull’immigrazione che dovrebbe essere approvato il 10-11 dicembre a Marrakech (Marocco). L’Alleanza neofiamminga (Nieuw-Vlaamse Allianti, Nva), il partito che occupa più scranni nelle due camere del parlamento federale, si dichiara pronta a osteggiare il patto, smarcandosi dai tre partner della maggioranza: i Liberali e democratici fiamminghi aperti, i Cristiano-democratici e fiamminghi e il Movimento riformatore, l’unica sigla francofona nella coalizione guidata dal primo ministro Charles Michel. La tesi dei fiamminghi, simile a quella diffusa dall’ultradestra in tutta Europa, è che il patto spianerebbe la strada a flussi migratori «incontrollati» nel paese, contestando la linea adottata dagli alleati di governo (e la posizione ufficiale del Belgio, in teoria favorevole al documento frutto di due anni di negoziazione fra i paesi Onu). Il premier Michel è deciso a portare la questione in parlamento, dove l’adesione belga all’accordo dovrebbe essere discussa e votata entro la giornata del 5 dicembre.

La campagna choc dei nazionalisti e l’esito del voto
L’Nva non ha mai fatto mistero della sua ostilità al patto Onu, temendo che l’adesione alle linee guida (non vincolanti) dell’accordo stravolgano la legislazione nazionale in materia di flussi migratori. Le tensioni si sono esacerbate dopo una campagna sui social lanciata dal gruppo, con una scelta di immagini a impatto che ha scatenato critiche anche interne al governo. Fra gli altri contenuti diffusi online spunta la foto di un gruppo di donne con lo hijab, il velo islamico, sopra uno slogan sull’urgenza di «preservare la propria cultura» rispetto alle ingerenze esterne. I partner non hanno gradito l’assalto dei fiamminghi a una scelta politica condivisa insieme ai tre alleati e conosciuta fin dalle origini, prima della «svolta aggressiva» che sta facendo traballare la tenuta dell’esecutivo.

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I media belgi fanno emergere anche l’irritazione di Jean-Luc Bodson , il diplomatico che aveva rappresentato il Belgio ai negoziati Onu: «Nel patto c’è già tutto quello che il Belgio aveva chiesto», ha detto Bodson, accusando fra le righe i fiamminghi di intralciare un accordo supervisionato in prima persona. Il voto di oggi potrebbe innescare una crisi di governo, visto che i tre partner favorevoli all’accordo sono intenzionati a mantenere la linea con o senza l’appoggio dell’alleanza neofiamminga. Anche a costo di scendere a patti con l’opposizione di centrosinistra, l’unica capace di bilanciare un voto sprovvisto - altrimenti - dei numeri giusti. I nazionalisti godono di oltre un terzo dei seggi della maggioranza alla Camera, un peso specifico che consentirebbe di spaccare la maggioranza e bloccare il votoi.

Michel: l’Nva decida cosa fare, la responsabilità è sua
Interpellato dai media belgi, il primo ministro Michel chiama in causa gli alleati dell’Nva: «È loro responsabilità decidere cosa fare - ha dichiarato ai cronisti a Liegi - Io voglio andare al voto, e dopo il voto si capirà quale è la posizione degli uni e degli altri». Michel sottolinea che «non è stato possibile» raggiungere un accordo fra i quattro partiti di governo. Il primo ministro è intenzionato a presenziare comunque alla conferenza di Marrakech, portando il «voto del Parlamento».

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