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Fisco, flat tax al 15% sulle tredicesime e taglio al cuneo permanente

Il viceministro Leo rilancia l’idea di detassare la mensilità aggiuntiva a dicembre e di rendere strutturale il taglio al cuneo fiscale

di Marco Mobili e Giovanni Parente

Dall’Irpef alle rendite, cosa cambierà con la riforma fiscale

2' di lettura

Una flat tax al 15% sulle tredicesime dei dipendenti a partire dal 2024. Taglio al cuneo fiscale da stabilizzare e da rendere compatibile - risorse permettendo - con il passaggio da quattro a tre aliquote Irpef, più volte promesso. E per gli autonomi la conferma di un addio rapido all’Irap per le società personali e le associazioni professionali. È la linea tracciata dal viceministro dell’Economia Maurizio Leo in un’intervista al «Corriere della Sera» (anticipata online già nella serata di sabato 6 maggio). Indicazioni che arrivano quasi in contemporanea con la prima manifestazione di piazza a Bologna di Cgil, Cisl e Uil (con la partecipazione anche la segretaria Pd Elly Schlein), in cui si è levata forte la richiesta di rendere permanente il taglio dei contributi sul costo del lavoro.

Tassa piatta sulle tredicesime

Rendere meno oneroso il carico fiscale sulle tredicesime. Un obiettivo già annunciato proprio da Leo con l’audizione che ha aperto il ciclo di confronto in Parlamento sulla delega fiscale. Una mossa che punta, di fatto, a dare un maggiore potere d’acquisto alle famiglie nel periodo delle feste natalizie. Tecnicamente, la strada secondo Leo è di considerare le tredicesime un reddito aggiuntivo e dunque incrementale rispetto alla busta paga degli altri mesi. In questo modo si potrebbe applicare una tassa piatta, che il viceministro individua in un’aliquota del 15 per cento.

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Operazione, però, collegata alle risorse disponibili e da individuare anche nel corso di attuazione della delega fiscale. Per questo l’appuntamento è rinviato alla nota di aggiornamento del Def (Nadef), che metterà le basi della prossima manovra, e quindi con una possibile applicazione dal 2024.

Taglio al cuneo strutturale

Stesso discorso anche per il cuneo fiscale. L’ipotesi di rendere il taglio strutturale è, infatti, vincolata al perimetro finanziario su cui si potrà muovere il Governo. Da un lato, Leo ricorda sempre nell’intervista al «Corriere» i segnali positivi in arrivo dalle variabili macroeconomiche e dalla spinta alla crescita. Dall’altro, confida di avere buone risposte dalla riscrittura - fortemente voluta dallo stesso viceministro - della tassa sugli extraprofitti per le attività energetiche: aver abbandonato il meccanismo che poggiava sull’Iva ed essere passati al calcolo in base agli utili, secondo Leo, metterà al riparo dalle spiacevoli sorprese (2,7 miliardi contro gli 11 attesi) che hanno segnato il percorso del contributo straordinario determinato con il metodo precedente. L’appuntamento con il versamento è per il 30 giugno.

La revisione delle agevolazioni

Altro fronte da cui recuperare risorse è poi la potatura delle tax expenditures. Il terreno su cui muoversi è quello (messo a più riprese sotto osservazione) dei 226 crediti d’imposta, che oggi erodono gettito per circa 36 miliardi di euro.

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