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Frattasi, a Roma il superprefetto appassionato di calcio, cinema e antimafia

Da lunedì si insedia a Palazzo Valentini, sede della prefettura della capitale

di Marco Ludovico

(ANSA)

3' di lettura

A sorpresa, ultimo giro trionfale di una carriera da anni al massimo livello, Bruno Frattasi prende il timone della prefettura di Roma. Un obiettivo agognato per anni, ormai rimosso e invece, all’improvviso, a portata di mano. Quando Matteo Piantedosi ha lasciato palazzo Valentini, sede dell’ufficio prefettizio, per salire al vertice del Viminale. Frattasi lo ha accolto da capo di gabinetto di Luciana Lamorgese. Così l’intesa, da sempre ottima tra colleghi tutti e due campani, è stata subitanea. Il resto l’ha fatto il Consiglio dei ministri del 31 ottobre. Al posto di Frattasi subentra Maria Teresa Sempreviva. Un’altra eccellenza tra i prefetti.

Prefetto “doc” nel sangue

Napoletano di nascita e di cuore, classe 1956, sposato con due figli e un nipotino, dopo la laurea in Giurisprudenza alla prestigiosa Federico II di Napoli a 25 anni entra nella carriera prefettizia. Sette anni dopo è già al gabinetto del ministro. Un primo della classe con una collana di incarichi di vertice. Coordinatore del comitato Casgo (coordinamento per l’alta sorveglianza delle grandi opere). Direttore centrale al dipartimento Ps del coordinamento forze di polizia; capo ufficio Affari legislativi; capo dipartimento dei Vigili del Fuoco. Numero uno dell’agenzia dei beni sequestrati e confiscati; capo di gabinetto del ministro. Instancabile, il Viminale nel sangue.

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L’anima antimafia

Padre della riforma in vigore dei Vigili del fuoco, giurista sopraffino a tutto tondo capace di citare in una conversazione articoli e commi a raffica come se fosse la lista della spesa di casa, Frattasi resta un servitore dello Stato con una sensibilità speciale per la lotta alla mafia. Prefetto di Latina dal 2007 al 2009, osteggiato da politici locali e nazionali, si batte come un leone contro le infiltrazioni della criminalità organizzata nel mercato di Fondi. È un riferimento centrale nel nuovo testo unico antimafia, le interdittive, ogni norma per il contrasto a Cosa Nostra &Co. Adesso farà i conti con la presenza camaleontica, pervasiva e capillare delle cosche nel territorio romano. Anzio e Nettuno, per esempio, rischiano di trovarsi a breve i consigli comunali sciolti per infiltrazione. Se il governo guidato da Giorgia Meloni deciderà in questo senso su proposta del ministro Piantedosi.

Il rito sacro della scrittura

Cultore della scrittura, autore di diversi libri - l’ultimo: “Amarcord. Ricordi di uno spettatore informato e altri vagheggiamenti” editore Il Grifone - Frattasi gioca con le parole perfino nel tempio immutabile del simbolo della burocrazia: la circolare. Testo sacro per gli addetti ai lavori, prova e misura di stile ed efficacia. Uscite a ripetizione del Viminale all’epoca del Covid, in quella a sua firma del 3 dicembre scorso, nello slalom tra l’elenco di obblighi del green pass e i controlli delle forze dell’ordine, Frattasi usò senza problemi il termine movida appena attenuato dal pudore del corsivo. Ma nella stessa direttiva, non senza un briciolo di ironia, si prese anche il lusso di utilizzare l’espressione «all’uopo». Ricercatezza per pochi, citazione ripetuta e indimenticabile di Totò. Napoletani si nasce.

I grandi amori: il cinema, il Napoli

Lavoratore infaticabile, carattere schietto e generoso, Bruno Frattasi si lascia travolgere da due passioni autentiche e sconfinate: il cinema e il tifo per il Napoli. Divoratore continuo di film, può citare scene e battute tanto quanto i commi di legge detti prima. Ma è sul Napoli, fede assoluta e incrollabile, a dimostrare un’appartenza da tifoso militante, sfegatato, senza limiti. Basta chiedergli le formazioni vincenti dei due scudetti: le scandisce a memoria, campione dopo campione. Di certo sente sua una delle frasi più belle di Luciano Spalletti. Luglio 2021, appena arrivato tra i biancazzurri, l’allenatore disse: «A Napoli calcio e miracoli sono la stessa cosa».

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