SUI MEDIA SPAGNOLI

Catalogna, la sfida degli autonomisti: lunedì indipendenza e Repubblica

(EPA)

3' di lettura

La Candidatura d'Unitat Popular (Cup), il partito della sinistra indipendentista catalana, sostiene che «l'indipendenza e la Repubblica catalana» saranno proclamate nel corso della plenaria di lunedì del parlamento locale. Lo ha affermato la deputata Mireia Boya, riconoscendo però che non è stato ancora raggiunto un accordo in materia dalle varie forze politiche.
El Pais ricorda che Junts pel Sì (una lista di indipendentisti) e la stessa Cup hanno chiesto ufficialmente un intervento del presidente della Catalogna Carles Puigdemont in aula. Il partito ha ribadito che l'indipendenza deve essere
proclamata nonostante i rischi di arresto per i dirigenti catalani. «Siamo preparati - dice Boya, citata dal quotidiano La Vanguardia - e in nessun caso ci fermeremo». Se succederà «ci sarà una mobilitazione gigantesca, massiccia e auto-organizzata». Nel frattempo, però, il partito socialista catalano ha presentato un ricorso alla Corte costituzionale spagnola contro la convocazione della sessione di lunedì del parlamento. Secondo il Psc, espressione locale del Psoe spagnolo, la riunione è «illegale» in base alle decisioni già prese dal Tribunal Constitucional (Tribunale costituzionale) del Paese.

Puigdemont: l’indipendenza è questione di giorni

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Le dichiarazioni della Cup arrivano all’indomani di una giornata di tensioni, culminata con l’intervento di Re Felipe. Il sovrano si è espresso con durezza sul voto referendario di domenica, accusando le autorità catalane di aver compiuto una «slealtà inammisibile» nei confronti di Madrid e dell’ordine costituzionale spagnolo. Puigdemont ha replicato che l’indipendenza «è questione di giorni», anche se non ha fornito scadenze più precise. Nonostante il clima di gelo che si respira tra Barcellona e Madrid, resta in piedi l’ipotesi di una soluzione negoziata e di una rottura «non traumatica» con il governo centrale.

Commissione Ue: prevalga il dialogo. Verhofstadt: indipendenza «atto irresponsabile»

Sul tema è tornata a prendere posizione anche Bruxelles. Il numero due della Commissione europea Frans Timmermans ha ribadito che «ora deve essere il momento del dialogo nel rispetto della Costituzione spagnola». Lo ha indicato parlando all'Europarlamento dove è in corso un dibattito sulle vicende spagnole. «È il momento di parlarsi, di trovare una strada per superare lo stallo e di lavorare seguendo l'ordine costituzionale spagnolo» ha aggiunto Timmermans. Ieri l'esecutivo Ue aveva indicato di non avere attualmente alcun ruolo di mediazione tra il governo spagnolo e la Generalitat catalana. Più severo il commento di Guy Verhofstadt, capogruppo liberale del Parlamento europeo. «Dichiarare l'indipendenza sulla base di un referendum difettoso è totalmente irresponsabile - ha detto - Perché provocherebbe una frattura
fatale, che potrebbe essere insanabile».Il politico belga, d'altra parte, ha anche definito «deplorevole» l'uso della violenza, «seppure basato sul pronunciamento di una corte». E ha «invitato entrambe le parti in causa a fermare l'escalation e a sedersi attorno al tavolo» per un «dialogo inclusivo».

L’appello di Podemos: subito una mediazione

Il leader di Podemos, Pablo Iglesias, ha lanciato un appello per una immediata mediazione fra Madrid e Barcellona sulla crisi catalana, affermando di
averne parlato con le due parti e che «nessuno ha detto no».
Iglesias ha proposto un primo tavolo senza precondizioni con la partecipazione dei due governi per decidere chi potrebbe pilotare la mediazione. Il leader di Podemos ha detto che «ci sono già contatti» al riguardo.

Madrid prolunga la missione degli agenti di polizia

Il ministero della difesa di Madrid ha disposto l'invio oggi di due convogli logistici verso la Catalogna per rafforzare i servizi di cucina, lavanderia,
igiene e docce dei circa 10mila agenti di polizia inviati nei giorni scorsi per impedire il referendum del 1 ottobre. Le autorità spagnole hanno deciso di prolungare per ora fino all'11 ottobre la missione dei rinforzi in Catalogna, parte dei quali sono alloggiati in tre navi nei porti di Barcellona e Tarragona.

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