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Paesi emergenti, ecco 5 piazze finanziarie che hanno guadagnato dal 10 al 20%

di Andrea Franceschi

Mercati: scegliere il rischio in portafoglio tra Usa ed Emergenti

3' di lettura

La politica monetaria della Federal Reserve è una variabile chiave nel determinare i destini delle economie emergenti. Soprattutto in ragione del fatto che una fetta importante del loro debito è denominato in valuta americana. Se la prospettiva di una stretta monetaria tende a penalizzare questi mercati un orientamento più espansivo tende a favorirli. Se il 2018, un’annata dominata dal tema della stretta monetaria, si è chiuso con un saldo molto negativo per i listini (l’indice Msci Emerging Market ha perso il 16,5%), per le valute (-3,7%) e i bond emergenti (-1,17%) nelle prime settimane del nuovo anno, con la svolta Fed sui tassi, il trend è stato esattamente l’opposto.

Azioni, bond e valute hanno recuperato rispettivamente il 9, il 2 e l’1,8% del loro valore da inizio anno e i capitali stanno tornando ad affluire copiosi come dimostra il recente boom di flussi registrato dai fondi che investono su questi mercati. Ecco le cinque piazze che hanno messo a segno le performance migliori da inizio anno.

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1) Argentina: +20%
Uno dei peggiori mercati emergenti nel 2018 è stato sicuramente l’Argentina. Nonostante la politica economica ortodossa del presidente Macrì l’anno scorso il Paese sudamericano è tornato in forte crisi ed è dovuto ricorrere al salvagente del Fondo Monetario Internazionale. Il peso, che oggi vale il 47% in meno sul dollaro rispetto ai livelli di un anno fa, fatica a riprendere quota ma per la Borsa il rimbalzo è stato notevole: l’indice Merval ha guadagnato oltre il 21% da inizio anno.

2) Kenya: +19%
Il Kenya non rientra propriamente nella classificazione di mercato emergente quanto in quella dei cosiddetti “mercati di frontiera”. La performance del Paese africano è stata comunque notevole. Anche nel corso del terribile 2018 la valuta ha retto il colpo della volatilità tanto che il tasso di cambio sul dollaro risulta in rialzo dello 0,9% rispetto ai livelli di un anno fa mentre buona parte delle altre valute si è deprezzata. Nonostante un’inflazione al 5% e una bilancia commerciale in deficit le prospettive di crescita sono piuttosto buone e la Banca mondiale ha messo in conto un aumento del Pil tra il 5 e il 6% per i prossimi anni. La Borsa da inizio anno ha guadagnato il 19 per cento.

3) Turchia: +17%
Del cambio di vento sui mercati ha beneficiato anche un’altro Paese che, come l’Argentina, nel 2018 è finito nel mirino della speculazione finanziaria: la Turchia. Come nel caso dell’Argentina il “rimbalzo” è stato notevole perché notevole era stato il ribasso registrato nel corso del 2018. La lira turca ha così guadagnato l’1,5% sul dollaro da inizio anno ma resta ancora sotto del 27% rispetto ai livelli di un anno fa. La Borsa ha guadagnato il 17% da inizio anno ma il saldo rispetto a 12 mesi fa resta negativo del 34 per cento. Insomma la strada da percorrere è ancora lunga.

4) Egitto:+13%
Il caso dell’Egitto è l’esatto opposto di quello della Turchia. In questo caso infatti a una performance notevole messa a segno dall’indice Egx30 da inizio anno (+13%) corrisponde un saldo sostanzialmente invariato rispetto a un anno fa. Il che, in un contesto generalmente ribassista per le Borse mondiali nell’ultimo anno in generale, equivale a una performance in controtendenza.

5) Colombia: +12%
La Colombia è il terzo produttore di petrolio dell’America Latina ma negli ultimi anni il Paese è riuscito a sviluppare nuovi settori e ciò ha permesso all’economia di reggere meglio a crisi come quella del 2014-2015 e per il prossimo biennio la banca mondiale si aspetta un’accelerazione del Pil. La vittoria alle elezioni 2018 del Iván Duque Márquez (ex banchiere dall’agenda pro-business) ha sostenuto il mercato azionario che risulta tra i pochi a vantare un saldo positivo (+2,97%) rispetto a 12 mesi fa. Da inizio anno la Borsa ha guadagnato il 12% ma il ritorno di investimento per chi ha comprato usando valuta forte è stato superiore dato che il peso colombiano si è apprezzato del 4 per cento. L’indice Nasdaq Colombia Large Mid Cap Usd Total Return, che misura il ritorno in dollari di chi ha investito nella Borsa colombiana, mostra un saldo positivo del 19% rispetto a inizio anno.

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