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Covid, quali precauzioni devono prendere i fragili ora che non c'è più l’isolamento?

«In caso di positività soprattutto se ci sono sintomatologie è il buon senso che deve invitarci a non andare vicino alle persone fragili e anziane», suggerisce il ministro della Salute

di Nicola Barone

Covid, stop all'isolamento: ecco come preservare le persone fragili

4' di lettura

Dagli obblighi al senso di responsabilità. La cancellazione dell’obbligo di isolamento per i positivi al Covid apre, secondo il ministro della Salute, una nuova fase. Da viversi « serenamente», ma è chiaro che «come accade per le malattie infettive, ad esempio l’influenza, in caso di positività soprattutto se ci sono sintomatologie è il buon senso che deve invitarci a non andare vicino alle persone fragili e anziane». Per quella parte della popolazione alcune misure di protezione dovranno essere osservate.

Verso la stagione più intensa dei virus respiratori

L’era degli obblighi Covid è finita, ma dal prossimo autunno in presenza di sintomi le mascherine sarebbe utile indossarle in contesti affollati, e le persone fragili farebbero bene a vaccinarsi per ridurre i rischi che caratterizzano la stagione più intensa dei virus respiratori. È in sintesi il messaggio del virologo Fabrizio Pregliasco, che guarda ai prossimi mesi evidenziando l’importanza di alcuni comportamenti da adottare. «Gli orientali ci insegnano l’uso della mascherina proprio nell’ottica di proteggere gli altri se si ha una manifestazione clinica, dei sintomi respiratori». E poi «urge» pianificare il capitolo vaccinazioni. Un’operazione su cui l’esperto dell’università Statale di Milano invita a non tardare perché è «necessaria una strategia vaccinale da organizzare al meglio, in combinazione con la strategia vaccinale antinfluenzale per il prossimo autunno, che è direi l’appuntamento più ragionevole per poter rinforzare la risposta immunitaria».

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Pianificazione per un recupero di tutte le vaccinazioni

«Sicuramente servirà un approccio vaccinale non più da green pass, da obbligo, ma di forte e importante raccomandazione per i soggetti fragili, ovvero per tutte quelle categorie a cui specularmente viene indicata anche la vaccinazione antinfluenzale. È dunque necessaria la circolare a complemento finalmente anche di un piano vaccinale complessivo, che è stato finalmente sdoganato e che vede il Covid entrare in questa organizzazione complessiva, in una pianificazione coordinata per un recupero di tutte le vaccinazioni, in primis appunto anche quelle anti Covid e influenza».

Smart working, opzione ancora possibile

Un opzione possibile è il ricorso al lavoro agile, che originariamente era previsto concludersi il 30 giugno sia per il privato che per il pubblico. Nel privato è stato prorogato al 31 dicembre per i lavoratori fragili, mentre nella Pubblica amministrazione terminerà il prossimo 30 settembre.

Resta potere ordinanze ministro della Salute

Il decreto legge, approvato ieri in Consiglio dei ministri, mentre stabilisce la fine dell’obbligo di isolamento per le persone positive al Covid e modifica la cadenza quotidiana con cui le Regioni sono tenute a trasmette i dati al ministero della Salute e all’Istituto superiore di Sanità (Iss) lascia invariato il potere del ministro di emanare ordinanze di sanità pubblica in caso di necessità. Le Regioni non dovranno più comunicare quotidianamente i dati Covid-19 al ministero della Salute e all'Istituto superiore di sanità, ma la trasmissione dei dati avrà una «periodicità stabilita con provvedimento della Direzione generale della prevenzione sanitaria del ministero della Salute».

Matematico Roccetti: stop dati quotidiani grave errore

«Da scienziato che si è occupato di questo tema è impossibile non vedere il grave errore e il passo indietro» fatto con la modifica della norma che imponeva alle Regioni la trasmissione quotidiana dei dati Covid al ministero della Salute e all’Istituto superiore di sanità. Così Marco Roccetti, ordinario di Scienza dei dati all’Università di Bologna, commenta la modifica, contenuta nel decreto legge approvato ieri dal Consiglio dei ministri che, oltre a stabilire la fine dell’obbligo di isolamento per le persone positive al Covid, elimina la cadenza quotidiana rimandando - per fissarne le tempistiche - a un decreto del ministero della Salute. Roccetti si dice d’accordo sulle altre decisioni contenute nel decreto, ma non sul fatto che «i dati non verranno raccolti più giornalmente. La comunità scientifica e medica nazionale - spiega all’Adnkronos - ha impiegato anni per costruire Influnet, un sistema per il monitoraggio dell’influenza, per controllarne la diffusione con l’obiettivo di determinare l’inizio, la durata e intensità, così come la tipizzazione virologica dell’epidemia stagionale, a cura dell’Istituto di Sanità che provvede a produrre un rapporto settimanale epidemiologico e uno virologico. E col Covid, che avevamo costruito quasi tutto sin dall'inizio, purtroppo per forza di cose smontiamo tutto o lo rendiamo non facilmente accessibile agli scienziati indipendenti e ai cittadini? Perché?».

La variante Eg.5 non sfugge al sistema immunitario

Sono rassicuranti i primi test sulla nuova variante Eg.5 (ribattezzata “Eris”). Uno studio condotto da diversi centri di ricerca giapponesi ha confermato che non sfugge agli anticorpi sviluppati in seguito a una precedente infezione con altre varianti Xbb, quelle dominanti negli ultimi mesi e contro cui saranno diretti i nuovi vaccini. Lo studio, coordinato da ricercatori dall’Università di Tokyo, è stato pubblicato sulla piattaforma bioRxiv, che rende disponibili ricerche non ancora revisionate dalla comunità scientifica. La variante Eg.5, identificata la prima volta a febbraio, ha cominciato a rafforzare la sua presenza all’inizio dell’estate. Il 19 luglio, l’Oms l’ha inserita tra le varianti sotto monitoraggio e da pochi giorni è diventata dominante negli Stati Uniti. Questi trend, analizzati dai ricercatori, «suggeriscono che Eg.5.1 si diffonderà nel mondo e surclasserà le altre sotto-varianti Xbb nel prossimo futuro». Il team ha anche analizzato la capacità del siero prelevato da pazienti che erano stati infettati con varianti Xbb di neutralizzare la nuova variante, confermando che la capacità del sistema immunitario di combattere Eg.5 è comparabile a quella osservata contro le varianti Xbb.1.5 (Kraken) e Xbb.1.16 (Arturo). La scoperta è stata confermata anche in test su modelli animali. Sulla base di questi risultati, i ricercatori concludono che la crescita di Eg.5 osservata nelle ultime settimane non è «da attribuire né a un aumento dell’infettività né alla capacità di evasione immunitaria».

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