Tecnologia
Pubblicità

Tecnologia

Finita la missione del rover Opportunity: dichiarato «morto» il grande esploratore di Marte

di Leopoldo Benacchio

Addio ad Opportunity, da 15 anni su Marte

14 febbraio 2019
Pubblicità

3' di lettura

È stato dichiarato ufficialmente morto il 13 febbraio, giusto un giorno prima di San Valentino se si vuole fare i romantici, ed è probabilmente il più grande esploratore di tutti i tempi, anche se piccolo, poco più di una scatola per stivali, leggero, 185 chili, con sei ruote 4 stagioni in metallo e una fattura di accompagnamento, già pagata, di 400 milioni di dollari.

Stiamo parlando, scherzosamente ma con tanta ammirazione, di Opportunity, Oppy per gli amici di Nasa, uno dei due piccoli Rover gemelli - l’altro era Spirit -, che nel 2004 arrivarono sul Pianeta rosso fra l’entusiasmo generale e l’ammirazione per la tecnica di atterraggio di Nasa.

Pubblicità

È stata una tempesta di sabbia che l’ha messo definitivamente fuori uso, dalla scorsa estate non risponde ai comandi inviati da terra e non ci rinvia noi nessun dato, nonostante siano state spedite negli ultimi mesi almeno un migliaio di comandi e sollecitazioni via radio, nella speranza che potesse ripartire, come aveva fatto in precedenza.

Marte, le immagini della missione InSight

27 foto

Una replica a grandezza naturale del Mars InSight della NASA, un lander robotizzato del primo veicolo spaziale progettato per studiare il suolo del Pianeta Rosso, o qualsiasi altro mondo lontano, all'interno del campus del Jet Propulsion Laboratory della NASA ( JPL) a Pasadena, California. REUTERS/Steve Gorman
Un rendering del lander marziano della NASA InSight, dedicato a indagare gli interni profondi di Marte. REUTERS/NASA/JPL-Caltech/Handout via Reuters
Il razzo United Launch Alliance Atlas V con il lander InSight Mars a bordo prima di decollare dalla base di Vandenberg Air Force in California. REUTERS/Gene Blevins
La sonda spaziale InSight della NASA, destinata alla regione dell'Elysium Planitia situata nell'emisfero settentrionale di Marte, viene sottoposta ai preparativi finali presso la Base aeronautica di Vandenberg, California. REUTERS/Gene Blevins
Curiosity Mars Rover della NASA scatta un autoritratto in un sito chiamato Vera Rubin Ridge sulla superficie di Marte nel febbraio 2018. Courtesy NASA/JPL-Caltech/MSSS/Handout via REUTERS
Questo mosaico di immagini del rover Mars Curiosity della NASA mostra membri geologici della formazione di Yellowknife Bay su Marte in questa foto del 24 dicembre 2012. REUTERS/NASA/Handout via Reuters
Questa immagine messa a disposizione dalla NASA mostra il pianeta Marte. (NASA via AP)
Questa immagine composita pubblicata dalla NASA mostra una vista panoramica del Monte Sharp, fatta da decine di foto del rover Curiosity della NASA. (NASA via AP)
La superficie di Marte è mostrata in questa immagine trasmessa alla Terra dalla sonda Mars Pathfinder venerdì 4 luglio 1997. (AP Photo/NASA TV)
Questa immagine composita composta da una serie di foto del 15 giugno 2018 mostra un autoritratto del rover Curiosity Mars della NASA nel Gale Crater. (NASA/JPL-Caltech via AP)
Questa immagine fornita dalla NASA / JPL-Caltech mostra i dintorni del luogo in cui la sonda Rover Mars NASA Curiosity è arrivata il 4 settembre 2012. Si tratta di un mosaico di immagini scattate dalla Curiosity's Navigation Camera (Navcam) seguendo il disco Sol 29 di 100 piedi. A circa 9 piedi di distanza, le tracce dal disco sono visibili nell'immagine. (AP Photo/NASA/JPL-Caltech)
Philippe Lognonne , Principal Investigator SEIS experiment sulla missione InSight della Nasa. (Photo by STEPHANE DE SAKUTIN / AFP)
Adam Steltzner, Mars Science Laboratory. (AP Photo/Damian Dovarganes)
Questa immagine inviata dal rover Opportunity della NASA il 7 gennaio 2015 mostra una vista dall'alto di una collina marziana. (NASA via AP)
Questa combinazione di immagini potenziate a colori del 31 luglio 1997 messe a disposizione dalla NASA mostra l'alba sul pianeta Marte, ripresa da Mars Pathfinderr. (AP Photo/NASA TV)
Questa immagine messa a disposizione dalla NASA mostra una mappa dei siti di atterraggio per le missioni attuali e passate della NASA sul pianeta Marte. (NASA via AP)
Questa foto non datata mostra il lander Viking della NASA in un laboratorio di simulazione di Marte. I due cilindri nella parte superiore del Lander sono telecamere di rilevamento, e sotto la fotocamera di destra è uno dei 3 motori a razzo utilizzati durante l'atterraggio morbido finale su Marte. Il Viking 1 è stato lanciato il 20 agosto 1975 ed è arrivato a Marte il 19 giugno 1976. (AP Photo)
Questa immagine non datata ottenuta dalla NASA e ripresa dall'orbita di Mars Odyssey mostra il sito di atterraggio di destinazione per il lander InSight della NASA nella regione di Mar Elysium Planitia. (Photo by HO / NASA/JPL-Caltech/ASU / AFP)
Questa immagine mostra l'ingresso, la discesa e l'atterraggio di InSight su Marte. (Photo by HO / NASA/JPL-CALTECH / AFP)
Questa illustrazione messa a disposizione dalla NASA nel marzo 2018 mostra le navicelle gemelle del progetto Mars Cube One (MarCO) che sorvolano Marte con la Terra e il sole in lontananza. Sono progettati per volare dietro il lander InSight della NASA durante la sua crociera su Marte (NASA/JPL-Caltech via AP)
In questa foto non datata messa a disposizione dalla NASA nel marzo 2018, l'ingegnere Joel Steinkraus utilizza la luce solare per testare i pannelli solari su uno dei veicoli MarCode del progetto Mars Cube One presso il Jet Propulsion Laboratory della NASA a Pasadena, in California. (NASA/JPL-Caltech via AP)
(Photo by HO / NASA/JPL-CALTECH / AFP)
Il paracadute per la missione InSight su Marte è testato all'interno della più grande galleria del vento del NASA Ames Research Center a Mountain View, in California.(NASA/JPL-Caltech/Lockheed Martin via AP)
Un'illustrazione del lander InSight della NASA in procinto di atterrare sulla superficie di Marte. (NASA/JPL-Caltech via AP)
(Bill Ingalls/NASA via AP)
Un tecnico prepara la sonda InSight per il test del vuoto termico nella sua configurazione “crociera” per il suo volo su Marte, simulando le condizioni dello spazio esterno al Lockheed Martin Space Systems di Denver. (NASA/JPL-Caltech/Lockheed Martin via AP)
Un’illustrazione mostra il lander InSight che sta perforando la superficie di Marte. (NASA via AP)

Purtroppo non è successo e la fine è stata ufficialmente decretata. Comunque è stata una missione strepitosa, anche se proprio per il suo successo è passata un po’ nel dimenticatoio come spesso succede a quel che funziona senza dare noie.
Assieme al gemello Spirit, che ha cessato di lavorare nel 2010, era stato disegnato e costruito per lavorare 90 giorni, ma evidentemente i costruttori si sono tenuti un po’ larghi, dato che ha quasi raggiunto i 15 anni di attività, 60 volte tanto. Doveva poi compiere un tragitto massimo di un chilometro nel cratere Eagle prima e poi Endeavour, alla non banale velocità di 200 metri all’ora, e non è una battura, ma alla fin fine il suo contachilometri ne ha segnati poco più di 45.

Immagine non disponibile

Immagine inviata il 6 febbraio 2004 dal Rover Opportunity del terreno di Marte

L’altra faccia della medaglia è che deve essere diventato un piccolo incubo per chi ha dovuto tenere in piedi la struttura di controllo e comando per 15 anni invece che per sei mesi, alla Nasa non regalano i quattrini infatti, ma bisogna sudarseli e giustificarli.

I risultati comunque sono notevoli e diversi, il primo e per certi versi più importante, come ha giustamente detto la vice responsabile scientifica della missione Abigail Freaman è stato quello di ispirare almeno due generazioni di americani sull’esplorazione spaziale, Marte e la sua “conquista”. Lei stessa, che oggi è un importante funzionario Nasa, da ragazza alle scuole superiori vinse un concorso e poté vivere dalla sala di controllo l’atterraggio sul Pianeta rosso, qualcosa che la emozionò talmente tanto da fare il possibile, con successo, per restare col suo beniamino a sei ruote.

Oppy ha ottenuto buoni risultati scientifici, come per esempio la datazione geologica di alcune rocce, che sono certamente ancora più vecchie del cratere in cui ha camminato, ha poi trovato tracce evidenti di quella che è la vera araba felice marziana: l’acqua. Ne ha trovato tracce evidenti, nelle zone dove c’è ferro ed ematite che si possono formare solo in presenza di acqua acida, micidiale per noi, ma anche dove c’è argilla, e questa richiede acqua dolce, magari non proprio da gourmet ma buona da bere.

Immagine non disponibile

Una ricostruzione di Opportunity su Marte

Opportunity si era salvato dalla sabbia, a differenza di Spirit, comunque anche lui un campione, sopravvissuto sei anni, che era finito in una zona troppo sabbiosa ed era morto perché non era riuscito a voltarsi verso il sole per ricaricare le batterie.

Forse sembrerà strano ma i tecnici hanno evidenziato che quello che si è per primo “rotto”, quando il sottile velo di polvere dovuto alla tempesta marziana ha ricoperto i pannelli solari, togliendo potenza, è stato il sistema di temporizzazione, l’orologio se vogliamo, che è essenziale per tutte le operazioni.

Opportunity, e anche Spirit, per primi ci mostrarono, sul terreno, che Marte non era stato quel posto inospitale e secco che vediamo, ma un mondo caldo e umido poi cambiato per la bassa gravità del pianeta. Per gli ingegneri, infine, Opportunity dimostrò che si potevano costruire anche rover più grandi e capaci, che potessero scalare le montagne che il piccolo Oppy ha solo potuto vedere da lontano.

L’unico rover che resta baldanzoso su Marte è Curiosity, un mastodonte, in confronto, da 900 chili e delle dimensioni di un Suv grosso. Fra poco verrà raggiunto da un suo perfezionato modello capace di analizzare direttamente il terreno e soprattutto da quello europeo, 2020 0 forse 2021, con il famoso trapano italiano progettato dal Politecnico di Milano che arriverà fino a 3 metri di profondità, lì dove se c’è anche un solo batterio, vivo o fossile, potremo stanarlo, al riparo dai raggi cosmici che rendono sterile la superfice di quel pianeta, più di un tavolo operatorio. Si chiamerà Rosalind Franklin, come la scienziata che ci ha fatto conoscere il Dna, l’elica della vita.

Riproduzione riservata ©
Pubblicità
Visualizza su ilsole24ore.com

P.I. 00777910159   Dati societari
© Copyright Il Sole 24 Ore Tutti i diritti riservati
Per la tua pubblicità sul sito: 24 Ore System
Informativa sui cookie  Privacy policy