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Concentrati ecologici di profumi e storia: viaggio nelle piccole saponerie italiane

di Chiara Beghelli

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Sui mezzi di trasporto e sull'alimentazione Greta Thunberg è stata molto chiara: per contribuire alla salvezza della Terra bisogna ridurre drasticamente i viaggi in aereo e i consumi di prodotti di origine animale. Sull'igiene personale, invece, l'ammirevole 16enne non ha dato ancora nessun suggerimento. Anche se, quasi certamente, il suo consiglio sarebbe: lavatevi con le saponette. Non saponette qualsiasi, però: quelle più eco-friendly devono avere involucri biodegradabili, essere fatte di materie prime vegetali e a km zero e tramite un processo produttivo di minimo impatto sull'ambiente. Insomma, l'identikit delle saponette che piccole e piccolissime aziende fanno, a volte da generazioni, in tutta Italia. Ad accomunarle è l'utilizzo del “vero” metodo di Marsiglia, quello che si rifà al rigido disciplinare imposto nel 1688 dal ministro delle finanze di Luigi XIV, Jean-Baptiste Colbert. In realtà le origini della barretta di sapone come oggi la conosciamo portano ad Aleppo, in Siria, e passano dalla Firenze dei Medici, dove gli artigiani iscritti all'Arte degli Speziali avevano anche la loro “via dei Saponai”.

25 marzo 2019
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