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Sulle autonomie braccio di ferro su fondi, infrastrutture e ticket sanitari

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12 febbraio 2019
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Il primo dossier su cui le posizioni della Lega non collimano con quelle dei pentastellati è quello delle autonomie, tema sul quale il Carroccio è da sempre sensibile. È probabile che in occasione del consiglio dei ministri che si potrebbe tenere giovedì 14 febbraio, in serata, venga solo avviata la discussione sull'Autonomia rafforzata, o differenziata, per Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna (le prime due a guida leghista). A dicembre Salvini aveva annunciato che il 15 il governo avrebbe presentato il Ddl, ma i nodi da sciogliere sono ancora molti, delicati, coinvolgono ministeri a guida M5s (soprattutto Infrastrutture e Sanità): si profila un allungamento dei tempi. Le distanze riguardano, come spiega Il Sole 24 Ore in edicola oggi, l'affidamento alle regioni di alcune competenze considerate dalla macchina statale strategiche: le concessioni di strade, autostrade e ferrovie (frena il dicastero delle Infrastrutture), l'affidamento delle valutazioni Via e Vas in caso di autorizzazione di nuovi impianti industriali o progetti edilizi; la disciplina su ticket e tariffe (Salute); quella sugli ammortizzatori sociali (Lavoro); le Sovrintendenze (Beni culturali). A tutto questo si aggiungono i timori nutriti da tanti amministratori delle regioni del Sud (il rischio di una spaccatura interna ai pentastellati c'è): hanno paura che venga meno la solidarietà finanziaria nazionale. Alla fine spetterà al premier Conte creare le condizioni per il raggiungimento di un'intesa.

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