Economia
Pubblicità

Economia

Il piano di Coop Alleanza 3.0. Meno ipermercati, più market

di Enrico Netti

Immagine non disponibile

28 marzo 2019
Pubblicità

2' di lettura

Avrà una dote tra i 3 e i 3,5 miliardi di fabbisogno il piano industriale 2019-2022 di Coop Alleanza 3.0, la più grande del sistema Coop, con oltre 22mila dipendenti e 5 miliardi di ricavi a livello di gruppo. Circa 1-1,5 miliardi saranno impegnati per ridurre l’indebitamento bancario e costituire il fondo separato a tutela dei prestiti dei soci. La parte restante è messa a disposizione del finanziamento degli investimenti, inclusi i fabbisogni straordinari ed è per gran parte prudenzialmente allocata a tutela di eventuali riduzioni del prestito sociale. Per assicurare la copertura dei fabbisogni complessivi, una parte del patrimonio della cooperativa verrà messo al servizio del piano con cessioni di asset, sia immobiliari che attività del gruppo per un controvalore di circa un miliardo. Sono già stati ceduti i distributori e ora sul mercato ci sono le farmacie.

Una ristrutturazione globale con interventi per semplificare la governance, un nuovo piano per l’ecommerce “Easy Coop” in crescita a due cifre, il ricorso al franchising per presidiare le regioni del Mezzogiorno «modello a cui si può ricorrere come arma tattica in altre aree critiche», sottolinea Adriano Turrini, presidente di Alleanza 3.0.

Pubblicità

Nel retail sono sotto osservazione le performance di circa il 10% dei 436 store di Alleanza 3.0. «Alcuni punti vendita non più strategici saranno dismessi, altri ceduti a franchisee, a cooperative di lavoratori o altri imprenditori» spiega il dg Paolo Alemagna.

Il nuovo modello prevede la riduzione degli spazi di vendita con i necessari interventi sull’assortimento e ci saranno meno iper, modello in crisi per tutte le insegne, e più market. La nuova strategia prevede minimarket «preferibilmente di prossimità, nelle città» con una superficie non superiore ai 1.500 metri quadri. Il food diventerà il reparto core e si vuole accelerare sulle private label, in particolare la linea premium “Fior fiore”. «La quota dei prodotti con i nostri marchi ha grandi potenzialità di sviluppo e dovrà passare dall’attuale 25% al 50% nel 2022» rimarca Alemagna. Parallelamente si lavora sul modello operativo per eliminare sacche di inefficienza, intervenire sulle promozioni «diventeranno più efficaci, con maggiori ritorni». Lungo la via del rilancio c’è il nodo dei 750 dipendenti delle sedi amministrativi dichiarati in esubero. «Non ci saranno licenziamenti - dice Turrini -. Nelle società controllate il turnover è elevato, verranno ricollocati e ci potrebbe essere un accordo per la mobilità volontaria».

Già da quest’anno si dovrebbero vedere gli effetti positivi del piano. Il trend dei ricavi del Gruppo, dopo un 2018 sostanzialmente stabile, dovrebbero aumentare di circa l’1,6% l’anno per toccare i 5,3 miliardi entro il 2022. L’Ebitda del gruppo dovrebbe essere in area positiva (+23 milioni) fino a superare nel 2023 i 100 milioni.

Sono anche previsti investimenti nell’area digital e non solo per l’ecommerce ma per avere un canale di dialogo con le nuove generazioni a cui trasmettere i valori del modello cooperativo.

Riproduzione riservata ©
Pubblicità
Visualizza su ilsole24ore.com

P.I. 00777910159   Dati societari
© Copyright Il Sole 24 Ore Tutti i diritti riservati
Per la tua pubblicità sul sito: 24 Ore System
Informativa sui cookie  Privacy policy