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Sblocca-cantieri, la Lega torna all’attacco sul commissario unico

di Barbara Fiammeri

Tav, in Gazzetta Ue il bando Telt: tre lotti da 2.310 milioni

16 marzo 2019
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2' di lettura

Anche sul decreto sblocca cantieri è scontro tra Lega e M5s. A pochi giorni dal varo del provvedimento, che dovrebbe arrivare mercoledì dal Consiglio dei ministri, il partito di Matteo Salvini rilancia sul commissario unico già bocciato da Luigi Di Maio.
«Se vogliamo davvero ottenere un effetto shock concretamente percepibile in tempi rapidi e certi dai cittadini e dalle imprese è indispensabile inserire nel decreto la figura del commissario unico nazionale di coordinamento», avverte Armando Siri, sottosegretario alle Infrastrutture, che già ha avuto un ruolo determinante nel compromesso raggiunto sulla Tav.

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«In Italia la maggior parte delle opere non è bloccata per questioni tecniche ma amministrative» di conseguenza, sottolinea Siri, va bene la nomina di commissari straordinari (sostenuti dai Cinque Stelle) per singole opere ma è anche «necessario stabilire indicatori di monitoraggio condivisi perché azioni correttive intervengano ove necessario in maniera organica». Di qui la necessità – insiste il sottosegretario – del «commissario unico».

«Come Lega – conclude Siri con un vero e

proprio monito all'alleato - ci aspettiamo che le nostre proposte, frutto di un confronto lungo e articolato con le associazioni di categoria, con le Regioni, gli enti locali e con i principali players del settore siano recepite per dare completezza ed efficacia a un provvedimento tanto atteso dalle imprese, dai lavoratori e dai cittadini. L'obiettivo prioritario a far ripartire il ciclo economico in primis il lavoro».

Ma per il M5s si tratta di una ipotesi impercorribile. E non tanto per ragioni “tecniche” ma soprattutto politiche. Il sì al commissario unico inevitabilmente si sovrapporrebbe a quella del ministro delle Infrastrutture, il pentastellato Danilo Toninelli, che, Tav a parte, non si è mostrato particolarmente sensibile ad accelerare i lavori di alcune opere ritenute essenziali dalla Lega su cui forte è il pressing dei territori e delle imprese interessate in particolare nelle aree del Centro-Nord, vale a dire Toscana, Emilia Romagna, Liguria, Veneto e Lombardia. A confermare il “No” del M5s è lo stesso Di Maio perché – ha confermato il vicepremier pentastellato – «sarebbe solo un doppione del ministero delle Infratsrutture». Più chiaro di così…

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