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Bando per consulenze gratuite, il Mef: non era opportunità di lavoro

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Secondo il Mef, il bando per conferire consulenze gratuite non era opportunità di lavoro (Imagoeconomica)

Secondo il Mef, il bando per conferire consulenze gratuite non era opportunità di lavoro (Imagoeconomica)

8 marzo 2019
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2' di lettura

Il bando per conferire incarichi di consulenza gratis? Per il Tesoro, forme di collaborazione gratuita di questo genere sono diffuse in molte pubbliche amministrazioni. Nessun professionista viene leso e nessuna regola è stata violata.

Dopo la pubblicazione il 27 febbraio da parte del Tesoro di un avviso pubblico di manifestazione di interesse per il conferimento di incarichi di consulenza a titolo gratuito della durata di due anni, rivolto a persone con competenze in materia di diritto bancario, societario e dei mercati finanziari, e le polemiche che sono scaturite nei giorni successivi a seguito di questa iniziativa, soprattutto dal mondo delle professioni, il ministero dell’Economia chiarisce che il bando «non costituisce un’opportunità lavorativa».

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La nota del Mef:non è fornitura di un servizio professionale

In una nota il ministero chiarisce che «la parola “consulenza gratuita” – pure se richiamata nel bando – non è da intendersi come rapporto di lavoro o fornitura di un servizio professionale che come tale sarebbe regolato dalle procedure del Codice degli Appalti». La conseguenza di questa considerazione è che, come spiega la nota, «ringraziando i molti che si sono candidati ad offrire gratuitamente e volontariamente supporto all’Amministrazione, si precisa che l’invito è rivolto a personalità affermate, principalmente provenienti dal mondo accademico, che, in ottica di collaborazione istituzionale, desiderino offrire la propria esperienza in termini di idee e soluzioni tecniche in materie molto complesse. Nessun professionista viene leso e nessuna regola è stata violata».

Forme di collaborazione diffuse nelle pubbliche amministrazioni

«La procedura posta in essere dal MEF (ministero dell’Economia e delle Finanze, ndr) garantisce al Paese che l’Amministrazione, prima di elaborare norme e disegnare strumenti, assicuri un doveroso confronto con gli esperti di alto profilo competenti in materia che l’Italia sa offrire. Forme di collaborazione gratuita di questo genere sono diffuse in molte Pubbliche Amministrazioni. La novità - continua il chiarimento ministeriale - sta quindi solamente nella pubblicità introdotta nella procedura, per esigenze di trasparenza e comparazione, come suggerito dalla Corte dei conti e ribadito dalla giurisprudenza amministrativa. Esula completamente da questi rapporti, quindi, il tema dell’equo compenso che si riferisce a rapporti professionali di lavoro nell’ambito del settore privato».

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