di Andrea Biondi
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Un’azione preventiva per contrastare al meglio – e con decisione – l’assalto dei pirati alla pellicola più attesa e prodotto di punta dell’offerta cinematografica della galassia Mediaset, vale a dire “Tolo Tolo”.
È stato depositato il 24 dicembre scorso il dispositivo del Tribunale di Milano che ha accolto il ricorso cautelare di Medusa (distributore) e la Taodue (società di produzione) di Pietro Valsecchi e Camilla Nesbitt.
Però Mediaset – e questa è un po’ la particolarità – non ha atteso che il film di Checco Zalone arrivasse nelle sale il 1° gennaio per muoversi ed evitare un pirataggio massiccio della pellicola che ora è di gran lunga in cima al box office con 46 milioni di incasso.
Il team di Mediaset che ormai da tempo si occupa della tutela del copyright – coordinato dall’avvocato Stefano Longhini e formato dai legali dello Studio Previti (con gli avvocati Stefano Previti, Alessandro La Rosa e Priscilla Casoni) – si è così attivato già a metà novembre servendosi anche della società di monitoraggio e web reputation Kopjra.
Risultato? Dal monitoraggio sono emersi una ventina di siti che promuovevano la visione pirata del film già prima dell’uscita in sala. Fra questi c’erano peraltro siti che profilavano i clienti con carte di credito e quant’altro. Anche la Fapav - la Federazione contro la pirateria nell’audiovisivo – si è unita all’azione di monitoraggio.
Così i legali di Mediaset-Studio Previti hanno deciso di procedere in via cautelare contro questi siti e contro quelli che in passato avevano violato titoli Medusa e che stavano, peraltro, piratando anche “Il Primo Natale” di Ficarra e Picone. Il 19 dicembre è stato depositato il ricorso e il tribunale, inaudita altera parte, ha emesso l’ordine agli Internet service provider (le compagnie telefoniche) di inibire immediatamente l’accesso a 18 siti ma anche alle possibili variazioni di dominio e “alias”.
A gennaio è partita l’attività di monitoraggio dopo l’uscita del film e, da qui, è partito un secondo ricorso che ha portato a un provvedimento da parte del Tribunale del 14 gennaio, con il blocco di altri 20 siti con variazioni e alias. «Ci siamo mossi con decisione. Certo, c’è la parte che avviene attraverso Telegram. In quel caso ci siamo mossi a livello penale. E punteremo a colpire anche gli utenti», dice l’avvocato Stefano Longhini.
«La pirateria – afferma dal canto suo Giampaolo Letta, ad di Medusa – ruba al cinema diverse centinaia di milioni. Quello che stiamo vedendo però è l’emergere di una diversa consapevolezza sul livello di pericolosità di un fenomeno che colpisce una macchina industriale e produttiva che impiega migliaia di persone».
Andrea Biondi
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