di Roberta Miraglia
Brexit, accordo in salita dopo telefonata tra Johnson e Merkel
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Pronti a lasciare il governo se Boris Johnson insiste con l’intenzione di uscire dalla Ue senza accordo. Una nuova ribellione mina la posizione del premier britannico: secondo i media inglesi cinque ministri sono già su una “lista di dimissionari” così come un gran numero di parlamentari Tories è intenzionato a dimettersi in caso di no deal. Mentre il premier affronta le acque tumultuose di un’intesa impossibile con la Ue, Bruxelles sembra offrire un salvagente a Londra.
Secondo fonti europee citate dal Times, l’Unione si appresterebbe a fare un’importante concessione: introdurre un meccanismo per permettere all’Assemblea dell’Irlanda del Nord (il Parlamento “devoluto”) di revocare unilateralmente il cosiddetto “backstop” irlandese, trascorso un certo periodo di tempo. L’anno potrebbe essere il 2025.
Le trattative per un’uscita si sono infatti arenate, da tempo, sul nodo dell’Irlanda del Nord: il backstop è la proposta della Ue di tenere il Regno Unito nell’unione doganale e l’Irlanda del Nord anche nel mercato unico europeo (almeno per alcuni aspetti) finché non si trovi una soluzione per evitare il ritorno di un confine fisico tra le due Irlande che annullerebbe di fatto gli accordi del Venerdì Santo del 1998.
La contro-proposta di Johnson - che rifiuta il backstop e prevede un complesso sistema di controlli tra le due Irlande - è stata bocciata dalla Ue con in prima fila il premier dell’Irlanda, Leo Varadkhar. Domani il primo ministro dell’Irlanda dovrebbe vedere Johnson ma la sua previsione non è ottimistica: «È estremamente difficile arrivare ad un accordo entro la prossima settimana» ha detto Varadkhar.
Roberta Miraglia
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