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Europee: socialdemocratici avanti in Olanda, non sfonda la destra populista

di Alb.Ma.

Elezioni europee, ecco come si vota

23 maggio 2019
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2' di lettura

Socialisti primo partito, conservatori e liberali alle spalle, populisti di destra e Sinistra verde appaiati in terza posizione. Sono i primi risultati che arrivano dal voto nei Paesi Bassi, secondo gli exit poll delle 21:30. Nel dettaglio, il PvdA (Partito del Lavoro) dello spitzenkandidat Frans Timmersans sembrerebbe affermarsi come il primo partito del paese con cinque seggi (18,1%, avanti di un seggio rispetto al 2014), superando il Partito Popolare per la Libertà e la Democrazia (affiliato ai liberali dell’Alde, forte del 15% e quattro seggi, in crescita di uno rispetto a cinque anni fa) e Cda (Appello Cristiano Democratico, affiliato al Partito popolare europeo e al 12,3%, pari sempre a quattro seggi: uno di meno rispetto a quattro anni fa). Sinistra verde e Forum della democrazia, rispettivamente collocati in Europa fra le forze della sinistra ambientalista (affiliati a Bruxelles alla famiglia dei Verdi Europei - Alleanza Libera Europea) e nella destra nazionalista (Conservatori e riformisti), viaggiano sui tre seggi: per i primi si tratta dell’elezione di esordio, con un consenso dell’11%; per i secondi si annuncia il guadagno di un seggio in più rispetto al 2014, pari al 10,5% dei consensi. Meno bene i Democraten 66, a propria volta affiliati all’Alde, proiettati a due seggi (6,3%). Anche se la batosta più grave è quella subita da Geert Wilders, alleato di Salvini nella «internazionale nazionalista» lanciata a Milano dal leader della Lega: solo un seggio contro i quattro guadagnati il 2014 (4,1%), probabilmente a beneficio dei concorrenti del Forum della Democrazia. L’affluenza si attesta al 41,3% degli aventi diritto di voto, in aumento de.

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La prima giornata delle Europee
Il 23 maggio sono stati Paesi Bassi e Regno Uniti a dare il via alle elezioni europee che si svolgeranno fino a domenica 26. Nel dettaglio il 24 sarà il turno di Irlanda e Repubblica Ceca, il 25 di Lituania, Malta, Slovacchia e il 26 maggio di restanti paesi, inclusa l’Italia. Ad Amsterdam il voto ha assunto (anche) il significato di una prova di popolarità per il governo guidato da Mark Rutte, primo ministro dal 2010 e leader del Partito Popolare per la Libertà e la Democrazia. Fra i principali avversari c’è il Forum della democrazia, una forza euroscettica guidata dal 36enne Thierry Baudet e proiettata da alcuni sondaggi a un exploit clamoroso fino e oltre il 20% dei consensi. Nel Regno Unito il voto potrebbe invece trasformarsi in una condanna definitiva per la carriera di Theresa May, la premier britannica che ha gestito le trattative di Brexit dopo le dimissioni di David Cameron. Le lungaggini per il divorzio delle Ue, aggravate dalla partecipazione di Londra al voto europeo del 23-26 maggi, stanno proiettando il suo partito verso un tracollo elettorale. A beneficiarne potrebbe essere sopratutto il Brexit Party, il partito nazionalista di Nigel Farage, dato in crescita fino a oltre il 30% dei consensi. I sondaggisti inglesi prevedono una leggera crescita dei laburisti e una buona performance dei Lib-dem, il partito liberaldemocratico che si è smarcato dagli ex alleati conservatori per una forta impronta europeista.

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