di Ilaria Vesentini
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Un’enorme struttura all’aperto per spettacoli dal vivo da 100mila spettatori, nel nuovo Parco Campovolo – l’ex aeroporto di Reggio Emilia, che diventerà un bosco urbano di 40 ettari – unica in Europa per pendenza, acustica e servizi, perché progettata appositamente per gli spettacoli dal vivo: è la nuova RCF Arena firmata dallo studio Iotti + Pavarani Architetti con lo studio di architettura Guido Tassoni e studio LSA—in via di costruzione alle spalle della stazione dell'Alta velocità Mediopadana, destinata a diventare il simbolo della Reggio Emilia del futuro, capitale della musica live e cuore di una “Music valley” di respiro internazionale.
L’iter progettuale è partito tre anni fa, supportato da un finanziamento pubblico di 1,7 milioni di euro su un intervento complessivo da 11,5 milioni di euro, i cantieri sono stati aperti nella primavera 2018 e ora che la RCF Arena ha preso forma è stata ufficializzata anche la data di inaugurazione: il 12 settembre 2020 con un grande concerto di Luciano Ligabue, in occasione dei suoi 30 anni di carriera.
Finanziamento, costruzione e gestione di RCF Arena Reggio Emilia fanno capo per 18 anni (la concessione dell'Enac scadrà nel 2035) a una cordata di sette imprese capitanate da Coopservice e di cui fa parte anche RCF, azienda reggiana leader internazionale negli impianti audio professionali, main sponsor che si è aggiudicato il nome della struttura.
Il grande anfiteatro verde circondato da alberi e una pista ciclabile occupa 200mila mq dell’area aeroportuale dismessa e si trova in una posizione strategica, nel cuore della via Emilia, al centro di un bacino di utenza di 7 milioni e mezzo di abitanti a meno di un'ora di viaggio.
E si trova anche in un contesto urbano unico: a due passi dal centro e dalla tangenziale Nord di Reggio Emilia, dal casello dell'autostrada A1 e dalla stazione Alta Velocità Mediopadana, principale hub di collegamento con città italiane ed europee.
La forma ovoidale dell'arena è stata studiata per garantire la migliore visibilità e acustica in tutta l'area interna che ospiterà il pubblico: l'andamento del terreno è in pendenza (al 5%) per ottimizzare la visibilità anche nei settori più lontani dal palco, offrendo comunque una percorribilità agevole; la sezione si sviluppa da una quota di -1,5 metri nell'area backstage, palco (con un angolo visuale massimo di 110°) e primo settore, fino a salire a quota +6,5 metri; nel contempo l'orientamento del sistema è stato ottimizzato per assicurare il minore impatto acustico verso le aree abitate della città; il sistema perimetrale del bordo, costituito dal sistema di supporto dell'illuminazione e degli spazi per la comunicazione rende più riconoscibile e dinamico l'insieme, in continuità con i percorsi dell'area di servizio e accoglienza (il boulevard).
«Con la più grande arena all’aperto d'Europa candidiamo la città a diventare una delle capitali mondiali della musica dal vivo. Se nasce qui – sottolinea il sindaco di Reggio Emilia Luca Vecchi – non è un caso: è dal 1981 che si fanno concerti al Campovolo e io credo ci sia un qualcosa di antropologico nel modo in cui la musica ha aiutato e contraddistinto le nostre comunità».
L’Arena si inserisce nel più complessivo piano strategico di rigenerazione urbana e sviluppo sostenibile dell’Area nord di Reggio Emilia, tra l’area Reggiane, il quartiere Santa Croce, il Campus San Lazzaro e 15mila mq di spazi sportivi, integrandoli fra loro, all'interno di un’area verde di 78 ettari, di cui 40 destinati a Bosco urbano con la messa a dimora di 25mila piante in grado di assorbire 2.200 tonnellate di CO2 l'anno.
Ilaria Vesentini
corrispondente Emilia-Romagna
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