di Alessandro Graziani
(Agf)
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Per le banche italiane si impone una discontinuità industriale, alla luce di uno scenario che nel migliore dei casi prevede poca crescita e tassi bassi: la media degli istituti vedrà una riduzione dei ricavi, in termini di margine di intermediazione, del 10% con punte del 15% per quelli più esposti su credito e titoli di Stato. Occorrerà quindi un ripensamento totale del business model.
È questa la ricetta della società di consulenza Oliver Wyman, che nel rapporto «Banche italiane su un piano inclinato», pubblicato sul Sole 24 Ore di giovedì 28 novembre, fornisce cifre precise: 5 miliardi di costi da tagliare nei prossimi cinque anni per restare con la (scarsa) redditività attuale. Una riduzione che corrisponde a 70mila persone e 7mila filiali in meno.
Sul fronte dei ricavi commissionali c’è ormai poco spazio per compensare ulteriormente il calo del margine d’interesse: per Oliver Wyman sono già su livelli più elevati rispetto alle banche europee e la regolamentazione tenderà sempre più a favorire la concorrenza mettendo sotto pressione la marginalità. Per sopravvivere al crollo dei ricavi per gli esperti sServono una serie di interventi radicali di cambiamento del modello di business, ma non sarà un’impresa facile.
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Alessandro Graziani
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