di Dino Pesole
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L’aumento di tre punti dell’Iva che, in mancanza di risorse alternative, scatterà dal prossimo 1° gennaio continua a pesare come un macigno sugli esiti della crisi politica che ha mandato in frantumi l’alleanza fra Lega e Movimento Cinque stelle. Da qui le preoccupazioni del Quirinale, che vigila prima di tutto sulla salvaguardia dei conti pubblici.
L’ipotesi che è stata già verificata in sede tecnica - e che potrebbe tornare utile certamente in caso si vada verso il voto anticipato ma anche in caso di altri scenari non «di legislatura» o addirittura come «fase uno» anti-emergenza di un governo Pd-M5S - vede in prima battuta la sterilizzazione parziale delle cosiddette clausole di salvaguardia, che per il 2020 sono già iscritte nei saldi di finanza pubblica per 23,1 miliardi.
Sono diverse le simulazioni già messe a punto dai tecnici della Ragioneria e una delle più accreditate vede la neutralizzazione per quattro mesi dell’aumento dell’Iva.
La copertura potrebbe essere individuata aprendo una nuova trattativa con la Commissione europea che, a fronte di un quadro politico con numerose incognite quanto al suo sbocco finale (soprattutto se si andrà ad elezioni in autunno), potrebbe non erigere barricate. Soluzione, quella della sterilizzazione parziale e temporanea – che potrebbe essere decisa - è il ragionamento che si fa in sede tecnica - anche laddove fosse necessario ricorrere all’esercizio provvisorio. Sarebbe un decreto legge ad hoc, da varare a fine anno, ad autorizzare l’operazione, con effetti finanziari da recepire successivamente, oppure direttamente in legge di Bilancio.
Ma il dispositivo del provvedimento potrebbe anche essere anticipato, laddove a gestire la partita fosse un governo ponte o un governo istituzionale che si insediasse per condurre il Paese a nuove elezioni.
In tutti gli scenari che si prospettano per la soluzione della crisi politica in atto, la sterilizzazione parziale dell’aumento dell’Iva potrebbe essere un atout importante. Poi, naturalmente, nel corso dei primi mesi del prossimo anno, il governo che verrà, dovrebbe provvedere a integrare la copertura per l’intero anno 2020.
Dino Pesole
Editorialista
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