di Maurizio Caprino
Crollo ponte su A14, Procura di Ancona chiede processo per 22
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Mentre si va verso un allentamento del divieto di transito ai mezzi pesanti, il viadotto Cerrano dell’autostrada A14 finisce anche nel mirino della Procura di Teramo, oltre che di quella di Avellino. Ieri sono anche circolati i contenuti dell’ordinanza con cui il 18 dicembre il gip irpino ha disposto proprio la chiusura ai mezzi pesanti, che da una settimana sta creando il caos poco a nord di Pescara, sulla statale 16 tra Pineto e Montesilvano; secondo l’interpretazione data da molti media, ne emergerebbe che ci sarebbe stato uno spostamento di 7 centimetri nei piloni.
Autostrade per l’Italia (Aspi) ha puntualizzato che questo dato «non si riferisce alle pile, ma allo spostamento massimo del terreno nei pressi della Pila 1 registrato dalla strumentazione nell’arco di 3 anni (2016-2018). Tale valore non si riferisce dunque alle pile del viadotto, che non hanno mai raggiunto movimenti attenzionabili nel periodo considerato».
I problemi dello spostamento
Ma resta il fatto che lo spostamento di 7 centimetri causa un problema, non sulle pile ma sulle loro fondazioni. Un problema tanto rilevante da essere attenzionato dagli ispettori del ministero delle Infrastrutture (Mit): il terreno franoso, spostandosi, crea una spinta nelle sottofondazioni. Che, nel caso della pila 1, sta causando una deformazione (plasticizzazione, in gergo tecnico) del palo che si trova all’attacco alla fondazione.
Aldilà della rilevanza tecnica del problema, che se si confermasse pienamente come oggi appare richiederebbe lavori consistenti, non ci saranno ripercussioni sul traffico: come anticipato dal Sole 24 Ore venerdì 10 gennaio, basterà predisporre un piano di emergenza per bloccare il traffico appena nelle fondazioni si registrerà un movimento superiore a una soglia di allerta, che verrà calcolata in questi giorni. Entro la fine della settimana dovrebbe essere installato un sistema di sensori proprio sulle fondazioni (finora il monitoraggio è stato eseguito solo sulla frana).
Oggi, intanto, il viadotto potrebbe essere riaperto ai mezzi pesanti. Ai quali dovrebbe comunque essere imposto l’obbligo di marciare a 100 metri di distanza l’uno dall’altro, almeno fino a quando sarà completata l’analisi delle reali caratteristiche antisismiche delle cerniere dell’impalcato (operazione che potrebbe richiedere un paio di mesi).
Il limite di velocità di 70 chilometri orari
Ai mezzi pesanti potrebbero essere imposti anche il limite di velocità di 70 km/h e il divieto di sorpasso. Ma sono misure al momento irrilevanti: da settembre, sul viadotto Cerrano si viaggia su una sola corsia per carreggiata, per il sequestro delle barriere laterali e della corsie di marcia a loro più vicina.
Il sequestro era stato disposto dal gip di Avellino, su richiesta della Procura. I pm hanno accertato che le modifiche agli ancoraggi apportate da Aspi dopo la strage del bus precipitato il 28 luglio 2013 dal viadotto Acqualonga (presso Avellino) sono state bocciate dal Consiglio superiore dei lavori pubblici: non ci sarebbero garanzie che reggano come dovuto agli urti da parte di mezzi pesanti, mentre invece provocherebbero danni eccessivi sui mezzi leggeri. In questo quadro, ieri si è appreso che anche la Procura di Teramo ha aperto un fascicolo. Le ipotesi di reato finora sono ignote.
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Maurizio Caprino
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