di Ivan Cimmarusti
Tav, sì al tunnel della discordia dopo una discussione lunga 30 anni
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Il rischio che dietro i messaggi dei No Tav contro il premier Giuseppe Conte si celino, in realtà, gruppi di anarchici è tutt’altro che esclusa. Lo conferma l’apertura di un fascicolo alla Procura di Torino, disposta dal procuratore facente funzioni Paolo Borgna, che tuttavia non intende parlare di «indagini in corso». La guardia è alta: il via libera del governo ai cantieri della Torino-Lione sono il «detonatore che può inasprire le violenze», rivela a denti stretti un investigatore dell’Antiterrorismo.
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Messaggi web: l’analisi dei metadata
Di fatto è lo stesso movimento a finire nella bufera, dopo che sui siti web è circolato il messaggio, di minaccia, contro il presidente del Consiglio. Conte «dimostra di non conoscere la determinazione del movimento No Tav», «sa che la Torino-Lyon non serve a nulla», «sa che si creerà un problema di ordine pubblico», «ha ben chiaro» che «perderà tanti voti e rispetto politico» ma «non conosce la determinazione». Segue il comunicato ufficiale che, per certi aspetti, annuncia lo scontro: adesso fermare il cantiere «tocca a noi» e «dimostreremo fin da subito la nostra vitalità». Sui messaggi web anonimi sono stati avviati accertamenti, con l’analisi informatica dei metadata. Ma è chiaro che si tratta di un lavoro lungo.
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L’allerta dei servizi di informazione e sicurezza
L’allerta a breve termine è rappresentata dalla manifestazione di sabato, marchiata dalla Digos e dai servizi di informazione e sicurezza con un bollino rosso. Sui forum antagonisti si rincorrono post inneggianti allo scontro armato. Negli stessi portali ufficiali si annuncia l’arrivo di «rinforzi» da altre regioni e dall’estero, con anarchici segnalati da Francia, Spagna e Svizzera. La manifestazione di sabato potrebbe essere l’epilogo di una serie di avvenimenti, iniziati con la condanna di lunedì di alcuni anarchici a Firenze e con l’azione eversiva sulle cabine elettrice dell’alta velocità in Toscana che ha, di fatto, diviso in due l’Italia.
I tre fronti del No Tav: l’istituzionale, con la manifestazione dei sindaci e dei leader del movimento; quello degli autonomi, con azioni in Val di Susa; quello anarchico, con azioni clandestine di sabotaggio delle opere
La strategia dei No Tav
La lotta contro la Torino-Lione, secondo gli investigatori, si gioca dunque su più fronti: quello istituzionale, che ha visto in prima fila alcuni sindaci e i leader storici del movimento; quello che fa riferimento agli autonomi, che si è sempre mosso con azioni in valle; e quello anarchico, che spesso ha agito con azioni clandestine di sabotaggio delle opere.
Ivan Cimmarusti
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