(ANSA)
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Il gap delle retribuzioni si riduce per generi ma aumenta per latitudine. La formazione aiuta ma la laurea pesa meno rispetto al passato sulla busta paga. Insomma, la novità più evidente del Report sui differenziali retributivi dell’anno 2017, realizzato dall’Istat, è che la differenza nelle retribuzioni orarie fra Nord e Sud Italia arriva a superare il 16% e le retribuzioni orarie mediane più basse «si osservano per i rapporti di lavoro di imprese localizzate nelle regioni del Sud (10,25 euro), mentre il valore più elevato in quelle del Nord-ovest (11,91 euro) con un differenziale retributivo pari al 16,2%.
Nel Nord-ovest sono attivi il 31,4% dei rapporti di lavoro totali, al Sud il 17,1% e nelle Isole il 6,7%». Rispetto al 2014, nel 2017 sono aumentate in misura più marcata, rispetto all'andamento generale «le retribuzioni mediane per le posizioni occupate in imprese del Sud (+2,3%), in imprese con meno di 10 dipendenti (+2,5%) e nelle imprese delle Altre attività di servizi (+3,6%)”, fa notare l’Istat.
La laurea vale il 20% di remunerazione in più
Nel 2017 «la retribuzione oraria dei dipendenti che possiedono un diploma è pari a 11,54 euro, il 20% in meno rispetto alla retribuzione oraria dei dipendenti che possiedono almeno una laurea triennale (13,85 euro)». Questo premio retributivo è in calo rispetto a quello osservato nel 2014 (21,2%). La composizione tra laureati e diplomati dimostra una maggiore presenza relativa di laureati tra le donne. La laurea però premia in misura maggiore gli uomini: «l’aumento retributivo è del 32,6% rispetto al diploma mentre per le donne si ferma al 14,3%”, fa notare l'Istat. Nel 2017 le donne con la laurea hanno una retribuzione oraria inferiore di oltre 3 euro rispetto ai colleghi uomini (12,58 euro) e il premio collegato al possesso della stessa si ferma a un livello che è meno della metà di quello degli uomini (14,3%). Lo svantaggio delle donne, ovunque evidente, è più marcato nel Nord-est, nel Centro e nel Nord-ovest.
Agli uomini il 7,4% in più
La cultura di genere sta avendo alcuni effetti. Il gap di genere, ossia la differenza nelle retribuzioni fra uomini e donne, «mostra un trend in calo nel 2017 (+7,4%) rispetto al 2014 (+8,8%) per effetto di una maggiore crescita della retribuzione oraria mediana delle donne (+2,4%) rispetto a quella degli uomini (+1%)». I rapporti di lavoro che riguardano gli uomini sono il 59% del totale e registrano una retribuzione oraria mediana di 11,61 euro, superiore del 7,4% rispetto a quella delle donne (10,81 euro).
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