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Il match in tv dei due Matteo: Renzi punta a fare l’anti-Salvini ma l’avversario è Conte

di Emilia Patta

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Settantacinque minuti di confronto tra Renzi e Salvini in seconda serata. La prima mezz’ora soli con Bruno Vespa sulle poltrone bianche di Porta a porta, poi con altri due direttori a fare domande incrociate: Maurizio Molinari della Stampa e Michele Brambilla del Quotidiano nazionale

15 ottobre 2019
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3' di lettura

Settantacinque minuti di confronto in seconda serata. La prima mezz’ora soli con Bruno Vespa sulle poltrone bianche di Porta a porta, poi con altri due direttori a fare domande incrociate: Maurizio Molinari della Stampa e Michele Brambilla del Quotidiano nazionale. La guerra dei due Matteo, non andata in scena prima delle ultime elezioni politiche per il ripetuto niet di Salvini al confronto in tv con l’allora segretario del Pd Renzi, andrà in onda oggi, 15 ottobre, a scenario del tutto cambiato: Renzi ha fondato un partito tutto suo lasciando il Pd e Salvini non è più al governo anche per via dell’iniziativa dello stesso Renzi di aprire al confr0nto con il M5s per un governo “anti-sovranista” nei giorni caldi del Papeete Beach.

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Detto, fatto. Ora Salvini è all’opposizione e sembra avere necessità di accreditarsi tra l’elettorato moderato dopo le forzature della scorsa estate («chiedo agli italiani pieni poteri»): prova ne è una lunga intervista rilasciata al Foglio in cui rassicura sulla fedeltà all’atlantismo («senza se e senza ma») e sull’Europa («Io voglio stare in Europa: l’Italia fuori dall’Europa è destinata a non contare nulla. E non voglio uscire dall’euro: l’euro è irreversibile») e arriva addirittura citare Barak Obama.

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Da parte sua Renzi non ha bisogno di accreditarsi al centro, dal momento che l’operazione Italia viva nasce proprio al centro, leggermente più a destra del “vecchio” Pd. Ma ha di certo bisogno, e ambizione, di accreditarsi come il vero avversario politico di Salvini. A preoccupare l’ex premier non c’è tanto la concorrenza nel suo campo politico del segretario dem Nicola Zingaretti, visto come troppo schiacciato sui pentastellati e per questo “innocuo”, ma la concorrenza dell’attuale premier Giuseppe Conte. Che sempre più sta giocando una partita tutta sua: quella di una terza via , una sorta di “nuovo umanesimo” ispirato al cattolicesimo democratico.

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La settimana è iniziata non a caso per Conte con la partecipazione alla cerimonia in onore di Fiorentino Sullo organizzata ad Avellino da vecchi notabili della vecchia Dc (in prima fila Ciriaco De Mita, Nicola Mancino, Gerardo Bianco e Gianfranco Rotondi): «Oggi più che mai i cattolici sono chiamati a fornire il loro contributo di idee, di cultura politica, di credibilità personale, di passione civile - ha detto Conte -. Più che di una rinnovata “democrazia cristiana”, ragionerei, come suggeriva Pietro Scoppola, di una rinnovata “democrazia dei cristiani”». Ecco, un Conte così - moderato, lontano anni luce dalle origini populiste e ostili alla democrazia rappresentativa del M5s, che si accredita come un nuovo leader democristiano - è la vera bestia nera di Renzi. Altro che Salvini, comodamente seduto sulla sedia dell’eterno avversario.

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Entrambi esperti comunicatori, i due Matteo non si risparmieranno certo colpi bassi. L’ex rottamatore proverà a infilzare il Capitano leghista sul Russiagate, sui pieni poteri evocati nel mese di agosto, sulle posizioni euroscettiche dei suoi compagni di partito Borghi e Bagnai. Ma senza perdere di vista la stretta attualità, a partire dalla manovra finanziaria incagliatasi in queste ore proprio su quota 100 voluta a suo tempo da Salvini (Renzi la vuole cancellare mentre il M5s fa muro, con il Pd in mezzo).

In studio non ci saranno claque o supporter ma il solito pubblico terzo di Vespa. Niente cronometro, e men che mai niente domande preconfezionate. Sarà un vero e proprio match: «Sono due rompiscatole, sono due eccellenti comunicatori. Ecco, comunque vada sarà una vittoria, è come la sfida di Rocky», azzarda il deputato di Italia viva Michele Anzaldi. L’importante è che la palla sia ben al centro, sottratta a Conte che nelle stesse ore sarà impegnato nel non invidiabile compito di trovare in Consiglio dei ministri una sintesi tra gli alleati sulla legge di bilancio.

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