Popolare di Bari: un piano da 900 milioni per il salvataggio
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Arriva il salvataggio della Banca popolare di Bari: dopo due giorni di tensioni, il Governo approva un decreto che stanzia 900 milioni a Invitalia affinché finanzi il Microcredito centrale e gli consenta di acquisire quote dell’istituto bancario. È questo lo schema del decreto legge con cui il Governo mette in sicurezza l’istituto pugliese dopo la riunione “fallita” di venerdì sera per l’opposizione di Italia Viva e M5S. «Faremo di necessità virtù», ha detto il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte.
Nel dettaglio: l’intervento dell’Esecutivo prevede una ricapitalizzazione di MedioCredito, tramite la controllata Invitalia, «fino ad un importo complessivo massimo di 900 milioni per il 2020» con lo scopo di promuovere «secondo logiche di mercato, lo sviluppo di attività finanziarie e di investimento, anche a sostegno delle imprese nel Mezzogiorno, da realizzarsi anche attraverso il ricorso all’acquisizione di partecipazioni al capitale di società bancarie e finanziarie, e nella prospettiva di ulteriori possibili operazioni di razionalizzazione di tali partecipazioni».
Le risorse per il salvataggio della banca pugliese arriveranno dal fondo del ministero dell’Economia destinato «alla partecipazione al capitale di banche e fondi internazionali». L’obiettivo è la costituzione di una Banca di investimento che nascerebbe dalla “scissione” delle acquisizioni fatte dal Mediocredito centrale. Le norme, si legge nella relazione tecnica del provvedimento, puntano anche «al superamento di questi ostacoli
strutturali e a ridurre il divario di sviluppo economico tra il Mezzogiorno e le regioni del Centro-Nord».
Governo diviso
Stavolta Italia viva e Cinque stelle si presentano in Consiglio dei ministri ma né Matteo Renzi né Luigi Di Maio depongono le armi. Per non avere sorprese, questa volta il testo del decreto viene distribuito ai rappresentanti di tutti i partiti molte ore prima della riunione di governo. Il premier Conte ha usato in mattinata toni rassicuranti: «Tuteleremo i risparmiatori e non concederemo nulla ai responsabili di quella situazione critica, auspichiamo anzi azioni di responsabilità a loro carico». E ancora: «Faremo di necessità virtù: rilanceremo quella che potrebbe essere la più importante banca del Sud».
Ma Iv e M5s alzano i toni su ogni dettaglio. Di Maio chiede di «nazionalizzare» la banca dopo l’intervento pubblico e torna a chiedere di portare in Consiglio dei ministri «i nomi dei prenditori vicini alla politica che hanno preso soldi e non li hanno restituiti». Nelle stesse ore i renziani fanno le pulci anche al titolo del decreto per il salvataggio: «Si parla di “misure per realizzare una banca d’investimento” - manco fossimo a Wall Street - mentre si sta ricapitalizzando la Pop di Bari». Renzi chiede le scuse degli alleati di governo per gli attacchi sul salvataggio delle banche quando lui era a Plazzo Chigi. «Ci avevano rovesciato fango, ma avevamo ragione noi». Ma Di Maio ribatte:«Fare autocritica? Banca Etruria ha fatto perdere soldi ai risparmiatori e le banche venete furono ripulite con i soldi degli italiani e rivendute a un euro».
La nazionalizzazione
Per Di Maio l’intervento deve portare alla nazionalizzazione della banca. «Se dobbiamo mettere soldi pubblici in una banca per evitare che saltino i conti correnti dei pugliesi, quella banca deve diventare di proprietà dello Stato per creare la banca pubblica per gli investimenti, che è un nostro obiettivo del programma del Movimento 5 Stelle e che tra l’altro è dentro il programma di Governo. Non faremo come qualcuno in passato con le banche Venete, che furono ripulite con i soldi degli italiani e poi furono regalate (al prezzo di un euro) ad altre banche».
La commissione d’inchiesta
II Movimento 5 Stelle si scaglia anche contro Bankitalia e Di Maio rilancia la commissione d’inchiesta sulle banche e chiede di avere i verbali delle ispezioni per sapere se, forse, ci siano stati «omessi controlli». Un punto sul quale trova la convergenza di Matteo Salvini: «Vogliamo la commissione parlamentare d'inchiesta sulle banche: va bene anche Lannutti dei cinquestelle. Basta fare in fretta» dice il capo della Lega a Non è l'Arena, su LA7.
L’indagine della procura
La Procura di Bari ha aperto un nuovo fascicolo d'indagine (modello 45 senza indagati né ipotesi di reato) sulla Banca Popolare di Bari dopo la lettera inviata nei giorni scorsi dalla Consob che ha segnalato il mancato invio delle informazioni richieste alla banca sulla situazione dei conti. La notizia arriva da fonti vicine agli ambienti giudiziari. L'indagine, coordinata dal procuratore aggiunto Roberto Rossi, dovrà valutare se quanto segnalato dal presidente Consob Paolo Savona configuri ipotesi di reato. Nel frattempo Luigi Di Maio, in un’intervista al Corriere della sera, chiede che Banca Popolare di Bari «sia nazionalizzata».
Per approfondire:
● Popolare Bari commissariata. Scontro nel Governo
● Cosa rischiano azionisti e correntisti?
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