di Marco Valsania
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New York - Quasi seimila casi di violenza sessuale sulle auto di Uber in due anni nei soli Stati Uniti. E anche una ventina di morti per aggressione e quasi cento incidenti fatali. È la drammatica conclusione del primo rapporto sulla violenza e la sicurezza preparato e reso pubblico dalla stessa società leader del trasporto alternativo, relativo al 2017 e al 2018. Per la precisione le denunce di abusi riportate nel documento, uno studio voluto dall’attuale amministratore delegato Dara Khosrowshahi in uno sforzo di trasparenza, sono 5.981.
Il dossier
L'indagine intende sollevare volontariamente il velo su una delle più gravi polemiche e crisi che scuotono l'intero settore e la gig economy, non soltanto Uber. Nelle ultime ore la rivale Lyft è stata denunciata da 19 donne, che hanno riportato di essere state vittime di abusi e di non aver trovato ascolto. Un ricorso che ha fatto salire a diverse decine ormai il numero di passeggeri che sta portando in tribunale l’azienda. Negli ultimi mesi Lyft ha promesso di migliorare la sicurezza e di effettuare maggiori controlli sui propri autisti.
515 stupri in due anni
Per quanto riguarda Uber, che sta tuttora cercando di riscattare la propria immagine da scandali legati ad una ultra-aggressiva cultura aziendale, il gruppo ha riportato per i due anni passati 1.560 episodi di contatti fisici non consensuali. Ma anche ben 515 stupri o tentati stupri nel solo 2018. E il problema, semmai, è ancora in aumento: tra il 2017 e l’anno scorso le denunce sono complessivamente cresciute del 3,7%, a 3.045 peri dodici mesi del 2018.
2,3 miliardi di corse, 107 incidenti fatali
In proporzione, la crescita della violenza è inferiore all’incremento delle corse sulle vetture, che nell’arco dei due anni sono aumentate del 30 per cento. Il totale delle corse negli Usa è stato di 2,3 miliardi - ha raggiunto un ritmo di 45 ogni secondo - con il 99,9% dei viaggi completati quindi senza problemi. Ma gli esperti sottolineano come gli abusi sessuali siano da sempre sottostimati e poco riportati, suggerendo che le statistiche potrebbero rappresentare solo la punta dell’iceberg. Non sono inoltre mancate altre tragedie: tra queste aggressioni fisiche che hanno portato a decessi violenti, durante o immediatamente dopo una corsa. Sono state 19 nel biennio considerato. Uber è stato infine coinvolto in 107 incidenti stradali fatali, nel 65% dei casi scontri con altri veicoli mentre nel 31% a essere travolti sono stati pedoni o biciclette.
«Scioccante, ma non siamo immuni dai mali sociali»
Uber ha sottolineato di avere già in corso iniziative intese a rafforzare le sicurezza. Nei due anni passati ben un milione di potenziali autisti sono stati “bocciati” attraverso la rete interna di controlli. “Date le dimensioni delle operazioni di Uber, emerge sia il buono che il cattivo di quanto accade nella società”, ha affermato il responsabile dell’ufficio legale dell'azienda Tony West. “Una di queste realtà sfortunate e drammatiche è la violenza sessuale, che è molto più prevalente nella società americana di quanto molti credano. Esiste nelle aziende, a scuola, nei campus universitari e in casa. Uber non è immune”. In una intervista al New York Times ha poi aggiunto che “le cifre sono scioccanti e difficili da accettare”.
Per approfondire:
● Uber, perdite per 1,2 miliardi di dollari ma ricavi in crescita
● Uber diventa ecosistema: una sola app per auto, bici e cibo a domicilio
Marco Valsania
Giornalista
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