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Fondi Lega, Bossi e Belsito prescritti ma resta la confisca dei 49 milioni

di Iva Cimmarusti

Fondi Lega: quei 49 milioni che i giudici di Genova cercano ovunque

Reati prescritti per Umberto Bossi e Francesco Belsito, ma resta la confisca dei 49 milioni di euro di rimborsi elettorali di cui si è persa traccia. La decisione della Corte di Cassazione, dopo cinque ore di camera di consiglio, ha sciolto un procedimento che ha dimostrato la sistematica sottrazione dei fondi pubblici destinati alla Lega

7 agosto 2019
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2' di lettura

Reati prescritti per Umberto Bossi e Francesco Belsito, ma resta la confisca dei 49 milioni di euro di rimborsi elettorali di cui si è persa traccia. La decisione della Corte di Cassazione, dopo cinque ore di camera di consiglio, ha sciolto un procedimento che ha dimostrato la sistematica sottrazione dei fondi pubblici destinati alla Lega. Il Carroccio, infatti, non si salva: continua a pendere la maxi confisca.

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Secondo le toghe Belsito resta responsabile di appropriazione indebita: per lui ci sarà in questo caso la rideterminazione della pena in Appello. Confermate le condanne per i revisori Diego Sanavio e Antonio Turci, accusati di indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato. Assolto il terzo revisore Stefano Aldovisi. Il processo di secondo grado, per l'ipotizzata truffa aggravata ai danni dello Stato da parte dei due esponenti dell'allora Lega Nord, si era invece concluso con la sostanziale conferma del verdetto di primo grado: i giudici avevano inflitto 1 anno e 10 mesi a Bossi e 3 anni e 9 mesi a Belsito.

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Secondo l'accusa il partito aveva ottenuto i rimborsi elettorali ai danni del Parlamento, tra il 2008 e il 2010, falsificando rendiconti e il bilancio. Durante l'udienza in Cassazione, Belsito aveva chiesto la ricusazione dei giudici del collegio della sezione feriale chiamato a decidere sulle condanne dopo che il suo avvocato aveva avanzato istanza di “rinvio per integrazione documentale”, rilevando che in cancelleria mancava il fascicolo relativo al dibattimento di primo grado e la “documentazione sui conti correnti del partito Lega”. Una richiesta bocciata dai giudici del collegio deputato a decidere e che ha dato il via alla Camera di consiglio che ha poi emesso la sentenza. Nella sua requisitoria il Pg, Marco Dall'Olio, aveva invece chiesto la conferma delle condanne per Belsito e Bossi, parlando di “indubbie spese per la famiglia Bossi”. “Non è vero che i rendiconti erano solo generici. Erano anche falsi: si diceva 'rimborso autisti'. Ma in realtà si finanziava la famiglia Bossi. E non è un aspetto secondario - aveva sottolineato Dall'Olio - , è sotto questo profilo che si configura il reato di truffa”.

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