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Dalle borse ai gioielli, così Lvmh investe sui distretti italiani

di Silvia Pieraccini

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23 ottobre 2019
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2' di lettura

«Raddoppieremo la fabbrica di gioielleria Bulgari di Valenza Po».
Toni Belloni
, direttore generale del gruppo francese del lusso Lvmh, non fa in tempo a tagliare il nastro dell'inaugurazione della manifattura di pelletteria Celine di Radda in Chianti (Siena), nella campagna toscana più iconica e più affascinante, che già guarda ai futuri investimenti in Italia. «La logica italiana dei distretti industriali è assolutamente da difendere – sottolinea Belloni citando il tessile di Prato e la concia di Santa Croce sull’Arno – perché nei distretti si radicano tradizione e “saper fare” eccellenti. Noi questa logica la apprezziamo da tempo, visto che questo stabilimento produttivo è il 30esimo che apriamo in Italia».

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Lvmh moltiplica gli investimenti
La fabbrica di borse Celine di Radda (20 milioni di investimento, 5.200 metri quadrati, rivestita di mattoni in vetro grigio “oscuranti”, dotata di soluzioni di risparmio energetico e fonti rinnovabili, 129 dipendenti destinati a salire a 300 entro tre anni) è unica per location, affacciata com’è su vigneti e oliveti che si perdono all’orizzonte, incorniciati nelle grandi finestre dello stabilimento.

Ma sarà presto “superata” da altri investimenti già in lista: nell’autunno 2020 aprirà la grande fabbrica di borse Fendi a Bagno a Ripoli, vicino Firenze, in via di costruzione al posto della fornace Brunelleschi; sempre a Firenze saranno ampliate le manifatture di pelletteria Loro Piana e Bulgari; mentre in Piemonte, a Valenza Po, sarà raddoppiato lo stabilimento di gioielli Bulgari aperto quattro anni fa. Senza contare, precisa Belloni, che «vogliamo dare corpo al progetto di uno stabilimento di borse Louis Vuitton in Toscana».

Il sostegno degli enti locali

Un programma d’investimenti che fa felici le amministrazioni locali, sia per gli oneri di urbanizzazione incassati che per i posti di lavoro creati (oggi il gruppo Lvmh impiega 11mila persone in Italia). «Insieme al Comune e alla Regione abbiamo trovato soluzioni e superato ostacoli», dice Belloni. In tre anni dal primo incontro col sindaco, lo stabilimento è stato completato. «Con questa operazione abbiamo dimostrato che pubblico e privato possono lavorare insieme su obiettivi condivisi – spiega il sindaco di Radda, Pier Paolo Mugnaini – e abbiamo realizzato una diversificazione economica che per un territorio come il nostro significa riduzione del rischio».

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