di Vitaliano D'Angerio
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Il risparmio green comincia a entrare nei portafogli degli italiani. I fondi sostenibili, come classificati da Assogestioni, hanno raggiunto quota 30,9 miliardi di patrimonio nel 2019 per un totale di 221 prodotti. La raccolta netta dello scorso anno è stata di 8,7 miliardi con l’ultimo trimestre che ha registrato flussi per circa 3,3 miliardi di euro. «Ai sensi della guida alla classificazione di Assogestioni – si legge nel comunicato dell’associazione dei gestori – si qualifica sostenibile e responsabile un fondo che sulla scorta di una propria definizione operativa del concetto di responsabilità ha una politica di investimento che vieta l’acquisto di un insieme di titoli e/o privilegia l’acquisto di titoli sulla base di analisi che integrano criteri ambientali, sociali e di buon governo all’analisi finanziaria».
Gruppo IntesaSanpaolo al primo posto per patrimonio
Al primo posto per patrimonio c’è sempre il gruppo Intesa Sanpaolo che ha il 27,3% della quota di mercato dei fondi responsabili in Italia con più di 8,4 miliardi divisi fra Eurizon (8,2 miliardi) e Fideuram (224 milioni). Sempre per patrimonio al secondo posto si colloca Etica Sgr (gruppo Banca Etica) con 4,6 miliardi e una market share del 14,8%. Terza invece Amundi con 4,3 miliardi di patrimonio e una quota di mercato di circa il 14 per cento.
I francesi di Amundi primi per raccolta netta
Il gruppo francese Amundi invece è al primo posto per la raccolta netta del 2019 con 2,81 miliardi di euro, superando IntesaSanpaolo (2,09 miliardi) e BnP Paribas (1,08 miliardi). Quest’ultima tra l’altro ha lanciato di recente una campagna pubblicitaria mirata proprio alla promozione dei fondi socialmente responsabili: attualmente Bnp Paribas detiene in Italia un patrimonio di fondi Sri pari a 3,6 miliardi per una market share di 11,6 per cento.
L’arrivo dell’Ecolabel entro l’anno
Entro il 2020, L’Unione europea approverà il bollino verde per i fondi e gli Etf. È l’Ecolabel, già usato per altre attività economiche, e sarà una certificazione volontaria. A livello di esperti si sta ancora discutendo la quota parte di aziende green da inserire nei portafogli dei fondi azionari che vorranno utilizzare il bollino green. Meno discussioni sembrano esserci per gli obbligazionari dove è previsto che il 70% del portafoglio dovrà essere composto da green bond Eu, ovvero obbligazioni verdi che utilizzano gli standard europei.
Per approfondire:
1) Fondi «green» poco verdi: dentro i portafogli spuntano tabacco, Oil e difesa
2) Investimenti Esg e i 3 passi per scegliere i fondi giusti
Vitaliano D’Angerio
redattore
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