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Da Bruxelles la spinta al wi-fi “democratico”

di Luca Orlando

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29 agosto 2019
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2' di lettura

Un milione di euro oggi. Ricavi che si prevede di quadruplicare in un paio d’anni. Obiettivi economici ambiziosi quelli di Tanaza, anche se coerenti con la missione strategica che la Pmi milanese si è data: “democratizzare” il wi-fi. «Ricorda quello che ha rappresentato Android per i cellulari ? Ecco - ci spiega il fondatoreSebastiano Bertani - noi pensiamo di fare qualcosa di analogo nelle reti wireless».

L’idea è quella di fornire una sorta di software “universale”, in grado di dialogare con sistemi hardware di ogni tipo per consentire di creare reti wi-fi a costi limitati, sganciandosi così dalle piattaforme proprietarie dei colossi del settore.

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Idea premiata da Bruxelles, con Tanaza in grado di aggiudicarsi una fetta dell’ultimo bando di Fase 2 dei fondi Horizon 2020 dedicati alle Pmi, 1,6 milioni di euro a fondo perduto che permetteranno all’azienda un primo deciso salto dimensionale.

«Ora siamo 18 - spiega Bertani - ma entro fine anno vorremmo raddoppiare il reparto ricerca e sviluppo inserendo una decina di ingegneri: con questi fondi possiamo accelerare in modo drammatico il nostro sviluppo».

Sul mercato è già presente una prima versione del software, utilizzato da un migliaio di clienti in decine di paesi nel mondo. Ma grazie al bando Horizon l’azienda punta ora a sviluppare un prodotto di nuova generazione con performance superiori, una piattaforma cloud per operare reti wireless in grado di adattarsi in modo flessibile a più tipologie di architetture fisiche. Permettendo in questo modo a Pmi, enti e organizzazioni di imboccare una sorta di terza via, senza necessariamente dover scegliere tra prodotti a basso costo dedicati al mondo consumer e soluzioni più sofisticate ma anche relativamente onerose.

Mentre il software collegato all’architettura sarà in futuro probabilmente accessibile in open source, il valore aggiunto per l’azienda è rappresentato dalla parte di programma che si collega in cloud, sistema proprietario che consente al cliente di poter operare con servizi professionali utilizzando gli hardware più disparati, settore quest’ultimo in cui i prezzi tendono a ridursi progressivamente.

«Pensiamo alle Pmi - aggiunge - ma anche alle scuole, che rappresentano un target perfetto. Enti che pur non disponendo di ampi budget ambiscono a fornire servizi di rete di qualità, stabili e governabili. Ad esempio bloccando in modo strutturato gli accessi a determinati contenuti».

Nata nel 2010, Tanaza è cresciuta fino a sviluppare ricavi per un milione di euro con un organico di 18 persone, dislocate in uno spazio di co-working nel quartiere di Porta Volta a Milano, area all’interno della quale è già previsto un robusto piano di espansione.

I fondi in arrivo da Bruxelles sono considerati sufficienti per lo sviluppo del prodotto ma in un orizzonte di 6-12 mesi Tanaza potrebbe valutare l’ingresso di un investitore terzo, per espandere ad esempio la rete di distribuzione e spingere la leva commerciale.

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