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Oman, dopo la morte di Qaboos continuità con il nuovo sultano Haitham

di Saverio Fossati

La visita del principe William in Oman

La politica liberale e di apertura religiosa è una tradizione dello Stato del Golfo, fortemente voluta dal predecessore Qaboos

11 gennaio 2020
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2' di lettura

A pochissime ore dalla morte di Qaboos, sultano dell’Oman per 50 anni (morto venerdì a 79 anni) la famiglia reale ha già designato come successore Haitham bin Tariq al-Said , ministro del patrimonio e della cultura e cugino di Qaboos (il nome per esteso era Qaboos bin Said Al Said).

Haitham ha già giurato, annuncia il governo di Muscat: «Haitham ben Tarek ha prestato giuramento come nuovo sovrano dopo una riunione della famiglia reale (...), che ha approvato la scelta» fatta da Qaboos prima di morire, ha scritto il governo sul suo account Twitter. Haitham, nato nel 1954 a Karachi, amante del football, ha studiato in Gran Bretagna ed è comunque considerato un continuatore della politica di Qaboos.

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Le immagini del nuovo sultano e del suo predecessore

18 foto

Muscat, 2009. Sayed Haitham bin Tariq Al Said con Ali Al-Habs (Reuters)
Muscat, 2014. Sayyid Haitham Bin Tariq Al Said e il principe Harry (Afp)
Oman, 2000. Il sultan Qaboos con Bill Clinton (Afp)
Muscat, 2001. Il sultano Qaboos con Bashar al-Assad (Afp)
Muscat, 2001. Il sultano Qaboos con il leader palestinese Yasser Arafat (Afp)
Muscat, 2008. Il sultano Qaboos bin Said con Dick Cheney (Afp)
Tripoli, 2008. Il sultano Qaboos bin Said con Muammar Gheddafi (Afp)
Muscat, 2008. Summit Gulf Cooperation Council (Reuters)
Teheran, 2009. Il sultano Qaboos con Mahmoud Ahmadinejad (Reuters)
Muscat, 2009. Nicolas Sarkozy e il sultano Qaboos (Reuters)
Muscat, 2010. Il sultano Qaboos bin Said e la regina Elisabetta (Afp)
Muscat, 2010. Il sultano Qaboos bin Said e il re di Giordania Abdullah (Reuters)
Muscat, 2011. Hillary Clinton e il sultano Qaboos bin Said (Reuters)
Muscat, 2013. Il sultano Qaboos bin Said con John Kerry (Reuters)
Muscat, 2014. Il sultano Qaboos bin Said e Hassan Rouhani (Reuters)
Muscat, 2016. Il sultano Qaboos bin Said (Afp)
Muscat, 2018. Il sultano Qaboos con Benjamin Netanyahu (Afp)
Muscat, 11 gennaio 2020. I funerali del sultano Qaboos (Afp)

La successione si è quindi svolta senza problemi, anche se Qaboos aveva già indicato il nome del suo successore in una busta chiusa, da aprire 72 ore dopo la sua morte in caso di disaccordo nel consiglio di famiglia.

Un Islam «liberale»
La convinzione degli osservatori è che Haitham seguira la politica liberale di Qaboos, che aveva creato nel 2011 un consiglio consultivo composto da un Consiglio d’Oman (elettivo) e da un Consiglio di Stato con membri scelti dal sultano. A quest’organo era stato delegato parzialmente il potere legislativo e aveva funzioni di ”consulenza” al Governo.

Ma è soprattutto per la tradizionale tolleranza religiosa che l’Oman si distingue da molti altri Paesi del Golfo: la maggioranza degli abitanti appartiene alla corrente degli ibaditi, che si pone a metà tra sunniti e sciiti, crede nella moderazione e rifiuta la violenza. Inoltre per gli ibaditi la guida religiosa deve spettare “al più degno dal punto di vista religioso”, senza che abbia importanza la discendenza dal Profeta. Una scelta che li allontana dalla visione etnico-tribale di moltissimi altri musulmani.

Ma Qaboos (al potere da 50 anni) aveva fatto di più sin dai primi anni di regno. Le donne, che in Oman godono di diritti impensabili negli altri Paesi del Golfo, votano, lavorano, guidano l’auto e studiano liberamente da moltissimo tempo. «L'Oman è un uccello con due ali, una è l'uomo e l'altra la donna» aveva detto Qaboos.

Lo scenario internazionale
Qaboos, sin dal 1970, aveva adottato una politica di grande apertura verso tutti gli altri Paesi del Golfo, ponendosi come mediatore ideale dei conflitti, soprattutto tra sunniti e sciiti, proprio grazie all’apertura religiosa ibadita. Haitham ha voluto comunque lanciare subito un messaggio di rassicurazione: «Seguiremo la rotta tenuta dal defunto sultano» basata sulla «pacifica convivenza fra le nazioni e i popoli, senza interferire negli affari interni degli altri, rispettando la sovranità delle nazioni e la cooperazione internazionale».

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