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Tesla ha perso il 40% in Borsa da gennaio. Ecco perché

dal nostro corrispondente Riccardo Barlaam

Il debutto della Tesla Model Y

25 maggio 2019
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3' di lettura

NEW YORK - Tesla ha bisogno di ricaricare le batterie. La società di Elon Musk ha molti sostenitori a Wall Street. Ma da inizio anno le azioni del car maker hanno perso circa il 42% del loro valore. Tesla è quotata al Nasdaq. Se fosse stata nell’indice S&P 500 sarebbe la peggiore società dell’anno per performance di Borsa. Larry Ellison, patron di Oracle e grande appassionato di vela e collezionista di auto sportive, a dicembre ha rivelato di aver investito un miliardo su Tesla: ha acquistato 3 milioni di azioni per l’1,7% del capitale, che ne fa il secondo più grande investitore individuale dopo Musk. La quota del cofondatore di Oracle oggi, dopo poco più di cinque mesi, vale circa 580 milioni di dollari.

Il titolo Tesla soffre per diversi motivi: la chiusura di alcuni store, i licenziamenti annunciati, il procedimento della Sec, le tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina: Musk ha scommesso molto sul mercato cinese con la costruzione di un maxi-stabilimento nel paese, una tra le tante sfide che lo attendono. E poi i debiti, la necessità continua di finanziamenti e la liquidità che il carmaker californiano continua a bruciare, con i conti ancora in rosso.

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Quando Larry Ellison ha scommesso su Tesla il titolo veniva scambiato a 320 dollari. Oggi è sceso sotto i 200 dollari. I 420 milioni bruciati in cinque mesi non sono una grande perdita per Ellison tutto sommato, considerato che grazie alle azioni Oracle, il magnate tech ha un patrimonio personale netto su cui contare di 64,7 miliardi, la settima persona più ricca al mondo secondo la classifica dei miliardari di Forbes. In ogni caso non sono neanche noccioline.

Ellison crede in Musk e nel progetto di Tesla. Qualche mese fa agli analisti aveva confermato di essere tra i principali investitori della casa: «Sapete qual è l’auto americana che ha fatto più ricavi negli ultimi tre mesi? È la Model 3», aveva detto. Un altro motivo che ha spinto Ellison a entrare così pesantemente nella società di Musk è il fatto che lui stesso, assieme a Kathleen Wilson-Thompson, ex capo risorse umane di Walgreens Boots Alliance, sia stato cooptato nel board di Tesla come parte dell’accordo tra Musk e la Sec. Accordo nel quale è scritto, tra le altre cose, che la società ritornerà a essere privata a 420$ dollari ad azione. Lontana anni luce dalle quotazioni attuali.

Elon Musk continua a lavorare. Ha smesso con i “tweet” e ha appena scritto una lettera ai dipendenti nella quale afferma che la società si avvia verso un record di consegne, con oltre 50mila nuovi ordini arrivati nel trimestre, nonostante il calo del valore del titolo. Per sostenere i corsi azionari il fondatore ha appena opzionato altre 175mila azioni, aggiungendo altri 35 milioni nel capitale.

Sulle vendite di Tesla, oltre ai ritardi nelle consegne della Model 3, che pare siano diminuiti a due settimane, pesa la concorrenza crescente delle altre case automobilistiche sull’elettrico puro, prima limitato a Nissan-Renault e Gm e ora allargato a Volkswagen, Bmw, Honda, Kia, Jaguar, Hyundai che offrono veicoli full electric negli Stati Uniti, presto anche a Mercedes, Audi e Porsche. Inoltre, il credito di imposta che Tesla offre negli States agli acquirenti delle sue auto si è ridotto della metà.

L’altro grande problema di Tesla è la liquidità che continua a bruciare. Gli analisti sostengono che Tesla debba tagliare i costi. Anche Musk ha ammesso di recente che «sarebbe salutare per qualche tempo una dieta spartana». C’è il debito da ripagare. Nel primo trimestre Tesla ha restituito 920 milioni ai bondholder. Un altro assegno da 1,4 miliardi $ andrà staccato con le obbligazioni in scadenza a marzo 2021 e 977 milioni l’anno successivo. A fronte delle grandi sfide che aspettano l’eclettico fondatore, il quale stima di investire 2-2,5 miliardi quest’anno sui principali progetti: la realizzazione della fabbrica in Cina, lo sviluppo del Tir elettrico, il Super truck, e del Model Y, crossover compatto da 39mila dollari con oltre 500 km di autonomia che vuol cominciare a produrre nel 2020, lo sviluppo del network Tesla Supercharger per la ricarica veloce e la diffusione internazionale del Model 3.

Tanti progetti ma le azioni in Borsa non brillano come un tempo. Nonostante ciò, nel consensus sul titolo su un panel di 27 analisti, prevale l'ottimismo con il bollino “hold” che ha 8 preferenze. Sei analisti mettono il rating «underperform» sul titolo, credono che andrà meglio. Altri 10 indicano che è il momento di comprare con i prezzi così bassi (5 «buy» e 5 «strong buy») e tre analisti, in ultimo, mettono il rating «sell» sulle azioni Tesla.

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