di Antonello Cherchi
Antonello Soro (Ansa)
2' di lettura
Anche per un gruppo grande come Eni, non sono bruscolini. Forte delle nuove leve sanzionatorie stabilite dal Gdpr, il regolamento europeo sulla privacy, il Garante nostrano ha comminato a Eni gas e luce una multa complessiva di 11,5 milioni di euro per aver violato le regole dell’uso dei dati personali. In particolare, le informazioni dei consumatori sono state utilizzate in modo illecito per attività di telemarketing finalizzate a vendere nuovi prodotti e attivare utenze non richieste.
Il conto del Garante
Il conto così è diventato così salato perché l’Authority guidata da Antonello Soro ha messo in fila non solo gli illeciti, ma anche il numero di persone coinvolte, la pervasività delle condotte, la durata delle violazioni e le condizioni economiche di Eni. Elementi che il Gdpr permette di prendere in considerazione per arrivare a quantificare la sanzione.
Squilli indesiderati
Alla prima sanzione di 8,5 milioni si è arrivati dopo che, a seguito di numerose segnalazioni e reclami di consumatori, il Garante ha potuto riscontrare condotte di sistema adottate da Eni nel corso di attività di telemarketing e teleselling indesiderate. Per esempio, chiamate promozionali effettuate senza il consenso dell’interessato o nonostante la sua esplicita richiesta a non essere disturbato o ancora l’uso delle liste di numeri di telefono senza alcuna verifica se quelle numerazioni risultassero iscritte nel registro delle opposizioni, l’elenco che mette al sicuro da squilli indesiderati. A ciò si aggiungano i tempi eccessivi di conservazione dei dati personali.
Contratti all’insaputa del cliente
La seconda sanzione di 3 milioni riguarda, invece, le violazioni nella conclusione di contratti, all’interno del mercato libero del fornitura di energia e gas, non richiesti. Molti utenti hanno appreso con sorpresa di aver sottoscritto, a loro insaputa, un nuovo contratto con Eni nel momento in cui hanno ricevuto la lettera di disdetta del vecchio gestore. Una procedura che ha riguardato più di 7mila persone, le quali - come ha appurato il Garante - sono state talvolta vittime di sottoscrizioni apocrife o di contratti in cui sono stati utilizzati dati inesatti.
Per approfondire
● Stop del Garante privacy alle impronte digitali anti-assenteisti
● In lizza per un posto di Garante privacy: più di 250 le candidature
Antonello Cherchi
Caposervizio
P.I. 00777910159 Dati societari
© Copyright Il Sole 24 Ore Tutti i diritti riservati
Per la tua pubblicità sul sito: 24 Ore System
Informativa sui cookie Privacy policy