di Fernanda Roggero
Cappella del Barolo (Tino Gerbaldo)
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Cappella del Barolo. Cappella delle Brunate. Cappella della Santissima Madonna delle Grazie. Cappella dei Ceretto. Quanti nomi per un luogo che alla fine poi, per essere precisi, cappella non lo fu mai, perché mai fu consacrata. Eppure ormai un'icona in terra di Langa, grazie alla lucida follia di un produttore di vino capace di guardare oltre in tempi non sospetti.
È il 1997 quando Bruno Ceretto inciampa per caso in David Tremlett. L'artista era stato chiamato a realizzare una serie di wall drawings al Castello di Barolo. Nasce un'amicizia. E da lì la scintilla di un'idea.
Cappella del Barolo (foto Stefania Spadoni)
Quando i Ceretto avevano acquistato i vigneti sulla collina di Brunate si erano ritrovati una piccola costruzione per il ricovero degli attrezzi. Non un semplice capanno però. Un edificio solenne, in tutto e per tutto simile a una cappella. Esterno di mattoni rossi, un vero e proprio abside nella parte posteriore.
Nasce l'idea di affidare la cappella a Tremlett che accetta e coinvolge l'amico Sol Lewitt, artista concettuale statunitense. Lui si occuperà degli esterni, che renderà un carosello di colori accesi, mentre l'artista inglese si riserva l'intervento sugli interni, che resteranno comunque vuoti, con grandi campire in tinte morbide, stese col palmo della mano.
L’interno della cappella del Barolo
“Non lo penso come chiesa, e neppure come edificio, quadro oppure scultura. Lo penso come oggetto, opera d'arte, per la quale usare il colore” dirà Lewitt. E Tremlett: “Abbiamo voluto accendere il fuoco sulla collina”.
L'inaugurazione avviene nel settembre 1999. Per il loro lavoro i due artisti riceveranno un pagamento in vino: una bottiglia di Barolo a settimana per tutta la vita. La cappella diventa un simbolo delle Langhe, condivisa dai Ceretto con la comunità e i numerosi visitatori.
La mostra celebrativa
Il comune di La Morra, per il ventennale, ha voluto intitolare alla cappella la strada che porta all'edificio. I Ceretto hanno organizzato una grande festa durata più giorni per celebrare con Tremlett e gli amici l'anniversario (Lewitt è mancato nel 2007). Tony, il figlio dell'artista britannico, ha organizzato con Guy Robertson Keeping Time, una bella mostra all'interno della vecchia distilleria adiacente la cappella. Lì si trovano anche vestigia del periodo di lavorazione e allestimento. Le cassette musicali ascoltate da Lewitt e Tremlett durante la realizzazione dell'opera (per l'occasione è stato realizzato anche un vinile), alcune opere dei due artisti e la lettera scritta da Bruno Ceretto all'artista americano per invitarlo a operare a Brunate: “Dear Mr Lewitt, I'd like to introduce myself, my name is Bruno Ceretto and I'm a fine wine producer in Piedmont, North-West Italy….”. Lewitt reinviò la lettera aggiungendo un semplice YES.
La cappella era stata costruita nel 1914 come riparo da temporali e grandinate. Fu acquistata dalla famiglia Ceretto insieme ai 6 ettari di vigneto nel 1970. L'intervento di Brunate non è l'unica incursione artistica della famiglia che da anni organizza mostre importanti durante la Fiera internazionale del tartufo (da Kiefer alla Abramovich). Oltre ad aver portato ad Alba, con il ristorante Piazza Duomo nelle mani talentuose di Enrico Crippa, le prime tre stelle Michelin in terra di Langa.
Fernanda Roggero
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