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Amazon mette in vendita il vino con il proprio marchio

di Giorgio dell'Orefice

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Con l’etichetta Compass Road sono disponibili 3 vini francesi, un tedesco e un italiano: il Pinot Grigio Garda Doc

29 novembre 2019
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2' di lettura

Dal marchio del distributore a quello della piattaforma distributiva.
Amazon ha deciso di sbarcare nel mercato delle private label enoiche (quelle che in gergo tecnico si chiamano MDD, marchi del distributore). E per farlo ha adottato il marchio Compass Road. A darne notizia è il sito specializzato Winenews.it.

5 i vini disponibili
Cinque le referenze targate Amazon- Compass Road vendute in confezioni da 6 bottiglie da 75 cl. Un'offerta in pieno stile internazionale con alcune delle etichette più consumate al mondo. Naturalmente i francesi (o internazionali che dir si voglia) Merlot, Chardonnay e Grenache, il trendy Riesling dalla Germania e anche un vino italiano: il Pinot Grigio Garda Doc . “Amazon – spiegano a Winenews- da anni ha lanciato la propria sezione vino come spazio a disposizione di cantine e player dell'e-commerce enoico ma ora compie un deciso passo in avanti lanciando i propri vini a private label”.

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In realtà non si tratta di un debutto assoluto visto che Amazon aveva già lanciato una linea di etichette “Next” nel 2017 in partnership con la cantina Usa King Estate dell'Oregon. “Ma questo – continuano a winenews.it - sembra un passo più concreto nel mondo del vino per il gigante dell'e-commerce. E chissà che non sia il penultimo. Nel senso che in fondo l'azienda di Seattle fattura oltre 230 miliardi di dollari e il suo fondatore ha un patrimonio personale stimato in 109 miliardi di dollari. La liquidità per investire in vigne e cantine non sembra essere un problema”. Prossima mossa commerciale annunciata sul mercato inglese e tedesco il debutto anche dei superalcolici.


Nella Gdo il 14% dei vini è a marchio del distributore
I vini a marchio del distributore, alla stregua dei vini dell'imbottigliatore ovvero importati o acquistati allo stato sfuso e imbottigliati da un soggetto del tutto estraneo alla produzione (se non di un paese diverso) sono due modalità di commercializzazione non molto amate dai produttori perché spostano a valle della filiera parte del valore aggiunto del prodotto. Ma sono d'altro canto canali sempre più frequentati dai consumatori visto che a loro è spesso associato un prezzo più contenuto.
Elemento che è alla base del positivo trend che le private label del vino stanno vivendo anche in Italia. Secondo i dati di IRI-Infoscan nella grande distribuzione italiana lo scorso anno i vini a marchio del distributore hanno registrato un giro d'affari di 156 milioni di euro e ricoprono una quota di mercato giunta ormai al 14%. Anche grazie a un'offerta che in passato prevedeva prevalentemente il formato brik mentre oggi vede molte insegne lanciare anche le proprie bottiglie ed etichette.

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