di Manuela Perrone
Swg: cresce il centrodestra, frenano Pd e M5s
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Al termine di un fine settimana di riflessioni, è stato raggiunto a Montecitorio l’atteso accordo tra le due squadre in corsa per esprimere il nuovo direttivo del Movimento Cinque Stelle. L’intesa, come confermano fonti parlamentari, prevede Francesco Silvestri nel ruolo di capogruppo. Ma non sarà l’unico in gara: anche l’ex sottosegretario allo Sviluppo economico Davide Crippa ha scelto di presentarsi.
La candidatura di Silvestri viene ufficializzata lunedì 4 novembre, alla scadenza dei termini, insieme a quella dei componenti del suo team ancora in via di completamento. Ma è quasi scontato l’ingresso del “fichiano” Riccardo Ricciardi, esponente dell’ala sinistra del M55 e già precedentemente indicato da Silvestri come suo vice, e di Raffaele Trano, deputato alla prima legislatura che ha saputo farsi portavoce delle istanze della “nuova guardia” pentastellata.
La convergenza su Silvestri, per la cui candidatura si sono spesi anche i vertici del Movimento, è il frutto di una mediazione tra tutte le anime. Romano, anche lui alla prima legislatura ma con un passato di attivista “organico” e un’ottima conoscenza del territorio (è stato anche “inviato” dal M5S nazionale per sostenere la sindaca Raggi in più di un momento di difficoltà), Silvestri ha partecipato - in qualità di vicecapogruppo vicario - alle trattative sul programma per la formazione del Governo con il Pd. Affiancava l’ex capogruppo, oggi questore a Montecitorio, Francesco D’Uva.
Può dunque, con la sua squadra, rappresentare un segno di discontinuità con la gestione dimaiana, tanto criticata sia alla Camera sia al Senato, senza recidere del tutto il filo di collegamento con Luigi Di Maio e i Cinque Stelle di Governo.
E Crippa? Nelle ultime settimane si è mosso alla ricerca di consensi, soprattutto tra i più scontenti della leadership di Di Maio. Come altri ex componenti del Governo non riconfermati che sono diventati oppositori interni del capo politico, da Barbara Lezzi a Giulia Grillo.
Dopo le tre andate a vuoto, la nuova votazione si terrà mercoledì 6 novembre alle dieci. E stavolta dopo il terzo round non sarà più necessaria la maggioranza assoluta dei componenti del gruppo parlamentare, ma soltanto dei votanti. Un abbassamento del quorum che dovrebbe spianare la strada al vincitore.
D’altronde, con la sessione di bilancio alle porte e gli eletti in ebollizione dopo la batosta umbra, il Movimento non può più permettersi di restare senza capogruppo alla Camera.
Per approfondire:
● Umbria: la disfatta M5S, l'assedio a Di Maio e il nodo del rapporto con Conte
● M5S, il dissenso è solo congelato. Le ombre su Italia 5 Stelle
● M5S, i dissidenti lanciano la Carta di Firenze: attacco a Di Maio e Casaleggio
Manuela Perrone
inviata parlamentare
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