di Stefano Biolchini
Lucerna d’inverno (Svizzera Turismo)
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Lucerna è semplicemente la meta che non ti aspetti. Sbuchi dalla stazione e il Lago dei Quattro Cantoni è lì davanti, accogliente come le dita di una mano: si offre e conquista. Pochi passi e il tetto del KKL Luzern (Centro di Cultura e di Congressi realizzato da Jean Nouvel) si allunga protendendo l'ombra sagomata sulle acque limpide del lago. Gli hotel ottocenteschi sono d'intorno, con le gli ingressi scintillanti e le chiese che svettano. Quella dedicata a San Leodegario in Corte, (Hofkirche), con i suoi due campanili e il suo miscuglio gotico-rinascimental-barocco, domina l'orizzonte con un che di sprezzante.
Lilu Lichtfestivals Luzern
Il Festival delle luci con artisti da tutto il mondo
Poi, nelle fredde sere d'inverno, fino al 19 gennaio, fa da scenario al Lilu Festival, che nella sua facciata e sull'ampia scalinata proietta il suo magico caleidoscopio di luci. All'interno, in un crescendo unico gli stucchi, le colonne e la volta di questa chiesa si animano di lampi di luce, contorcono e segnano, aprendosi a giochi-proiezione d'immagini marine, di pianeti, di animali in pericolo d'estinzione, di mani e di corpi. Uno spettacolo unico quello del collettivo Projektil, in grado di tenere con il naso all'insù, e senza fiato, i visitatori che si accalcano in file veloci, ogni venti minuti circa. Ma non è che una tappa. Perché se nella chiesa è il tripudio di questo festival luminoso, l'intera città è coinvolta con le facciate di hotel (quella del Schweizerhof Hotel si trasforma con Nachlicht/Fusion Robot addirittura in The Magnificent Chocolat Hotel) e dei palazzi che si agitano di immagini luminose e narrano storie lontane, mentre le piazze si infestano come oceani di meduse luminescenti (Simon Schwarz e Irina Zurcher sono gli artisti) e il murales del Buobenmatt prende vita grazie al tocco luminescente di Fabienne Scwarz e Nadja Schopfer.
La collezione Rosengart con le opere di Pablo Picasso (swiss-image.ch/Ivo Scholz)
La tappa d’obbligo alla Collezione Rosengart
Tuttavia, questo non è che l'inizio di una gita che attraversa la città con le sue acque incantate, che dopo il devastante incendio, il ritrovato ponte del Kapellbrücke (il più lungo fra i ponti lignei coperti europei) unisce languido, protendendosi intorno al Wasserturm (la Torre dell'acqua) che è poi il simbolo della città svizzera. Sulle rive del lago e davanti alla barocca chiesa dei Gesuiti gli immancabili mercatini sono un tripudio di specialità locali e non solo (il pane, nelle sue innumerevoli varianti la fa da padrone, e quello con i semi di chia è una delizia imperdibile). Perché il soggiorno Lucernese, che esige come d'obbligo una tappa alla Collezione Rosengart, dove l'ultimo Picasso è rappresentato al meglio, con capolavori quali “Femme au chapeau de paille sur fond fleurì” del 1938 , il “Portrait de Dora Maar” del 1943, “Le Gentilhomme à la pipe et fleurs”, per non dire degli oltre 100 Klee della collezione, o di “Contraste de formes” del 1913 di Fernand Léger, dell'evocativo “Portrait Henri Laurens assis” di Amedeo Modigliani del 1915. E ancora dei Braque, Kandinsky, della “Danseuse” del 1925 di Mirò, della veduta, dei bagnanti e della natura morta di Cézanne, oltre ai numerosi Chagall, e alle opere di Seurat, Monet, Pissarro, Bonnard, Utrillo, Soutine.
Pilatus Kulm Hotels
Sulla vetta
E da ultimo, a pochi chilometri dal lago, l'esperienza mozzafiato sulla funivia “Dragon Ride” che conduce alla vetta del monte Pilatus, 2.128 metri. L'esperienza in cima, fra i cunicoli scavati nella roccia a precipizio, è davvero unica. Panorami da brivido con la possibilità di soggiornare in hotel dotati dei migliori comfort. Insomma l'ideale per un week-end, e non solo, all'insegna di lago, montagna, arte e cultura. Niente di meglio per l'inverno, ottimo d'estate.
Per aprofondire
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Stefano Biolchini
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