di Sissi Bellomo
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Il Qatar frena sull’ambizioso progetto per espandere la produzione di gas naturale liquefatto. Non c’è niente di ufficiale, ma secondo fonti Reuters la scelta dei partner stranieri, che Doha contava di effettuare entro il primo trimestre 2020, è stata rinviata.
Il rumor è verosimile, visto il crollo vertiginoso dei prezzi del gas, accelerato dall’epidemia di coronavirus, che ha mandato ko i consumi in Cina. Sul mercato spot asiatico il Gnl è ai minimi storici, sotto 3 $/MMbtu: un livello che rischia di essere insostenibile persino per il Qatar, che vanta costi di produzione tra i più bassi al mondo.
Solo a novembre la scoperta di nuove risorse aveva spinto l’emirato ad annunciare piani di sviluppo ancora più imponenti per il North Field: la capacità di produzione di Gnl sarebbe aumentata del 64% entro il 2027, a 126 milioni di tonnellate l’anno.
Il progetto – uno dei più ricchi in rampa di lancio, con investimenti stimati di almeno 60 miliardi di dollari – faceva gola a molti ed Eni era in pole position per partecipare, preselezionata da Doha insieme ad altri cinque candidati (nella rosa si dice che vi siano anche Exxon, Shell e Total). Ma questo di certo non è un buon momento per discutere nuove partnership.
Per approfondire:
● Eni in corsa per lo sviluppo del gas del Qatar
● Coronavirus, la Cina scatena il caos nel settore del gas
● Il Qatar scopre nuove riserve di gas e accelera ancora con il Gnl
Sissi Bellomo
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