di Laura Cavestri
(agefotostock / AGF)
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Nell’anno di Parma “Capitale italiana della cultura 2020”, l’imprenditorialità si ritaglia un ruolo e inaugura il turismo “industriale”.
Il progetto si chiama Imprese Aperte, è promosso dall’associazione “Parma, io ci sto!” – che conta 130 aziende associate per valorizzare la cultura del territorio oltre il business – e dall’Unione Parmense degli Industriali, che rappresenta oltre 600 aziende che occupano complessivamente circa 36mila addetti.
Le iniziative
Le iniziative – da marzo a novembre – si articoleranno in 3 modalità: “Imprese aperte”, “Cultura dall/dell’impresa” e “Cultura in impresa”.
Le imprese coinvolte sono circa 40, dall’agroalimentare alla meccanica, dall'automotive al fashion, dalla farmaceutica alla cosmetica. “A porte aperte” offrirà l’opportunità di visitare le sedi delle aziende, di incontrare le persone che vi lavorano, di far capire come funzionano le linee di produzione e i laboratori, di far conoscere un patrimonio privato fatto di archivi e collezioni d’arte: solo per citarne alcune, da Barilla a Chiesi, da Parmacotto a Parmalat, da Pinko a Dallara, sino a GlaxoSmithkline. Oltre 300 gli appuntamenti. Tutte le visite sono guidate e gratuite, fino a esaurimento dei posti disponibili: è possibile prenotarsi su VivaTicket.it
In “Cultura dal/dell’impresa”, 14 imprenditori si racconteranno attraverso incontri, seminari, workshop, laboratori ed eventi sparsi per la città. Come il progetto “Pharmacopea”, promosso da Chiesi Farmaceutici e Davines che in un viaggio tra l’orto botanico, l’antica farmacia San Filippo Neri e l’oratorio di San Tiburzio, racconterà la “vocazione” chimico-farmaceutica della città di Parma. Bonatti svelerà come a Parma nacque la prima industria degli idrocarburi in Italia. GlaxoSmithKline si concentrerà sulla diversità di genere. Infine, in “Cultura in impresa”, 12 delle 40 aziende aderenti ospiteranno eventi e spettacoli di musica, teatro e danza.
Le voci della città
«Non siamo Firenze o Venezia – ha spiegato Alessandro Chiesi, presidente dell’associazione “Parma, io ci sto!” –. Le eccellenze dell’imprenditoria di Parma cercano giovani talenti e rendere il nostro territorio un ecosistema che produce ricchezza, formazione, cultura, innovazione ma anche qualità dei servizi e saper vivere, è essenziale per essere attrattivi. Imprese Aperte – ha proseguito Chiesi – offre l’opportunità irripetibile di far riconoscere la storia dell’azienda, delle tecnologie, dei prodotti come nuova leva di attrazione territoriale».
«Grazie all’attivazione di percorsi ad hoc – ha aggiunto Annalisa Sassi, presidente dell’Unione Parmense degli Industriali – “Imprese Aperte” vuole coinvolgere i dipendenti, le loro famiglie, la comunità locale, gli studenti. Senza dimenticare poi i turisti: è infatti in crescita una particolare forma di turismo, quello industriale, legato all’archeologia industriale, ai musei d'impresa e alla riscoperta di tradizioni e processi produttivi».
Infine, un ciclo di 4 incontri, denominati “Stop & Think”, ideato da Michela Bondardo, rifletterà, con grandi ospiti, su cosa significhi oggi essere imprenditori.
Laura Cavestri
Redattrice di Economia
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