di Alberto Annicchiarico
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L’annuncio è atteso per giovedì mattina, ma dal consiglio di sorveglianza di Psa e, in serata, dal Cda di Fca, è già arrivato il sì all’accordo. Prende quota l’ipotesi di una fusione da quasi 50 miliardi di dollari (circa 45 miliardi di euro) tra il gruppo francese (marchi Peugeot, Citroën, DS, Opel e Vauxhall Motors) e Fiat Chrysler. Il nuovo super gruppo sarebbe il quarto costruttore al mondo con 8,7 milioni di auto vendute, alle spalle di Volkswagen, Toyota e dell'alleanza Renault-Nissan-Mitsubishi. Oltre 400.000 i dipendenti. Il fatturato sarà intorno ai 180 miliardi di euro.
La svolta era nell’aria da mesi. Già a metà marzo Robert Peugeot, amministratore delegato della holding di famiglia Ffp, aveva dato il via libera a possibili fusioni, a partire da Fca, Jaguar, Land Rover e General Motors . E al Salone di Ginevra gli amministratori delegati, Mike Manley e Carlos Tavares, avevano parlato di possibili partnership. Nel pomeriggio si è riunito il consiglio di Sorveglianza di Psa. In serata il Cda di Fca. Da entrambi è arrivato il via libera. Secondo indiscrezioni raccolte dal Sole 24 Ore, giovedì ci sarà l’annuncio di un Memorandum of Understanding che darebbe inizio a una fase di trattativa in esclusiva. Si procederebbe quindi su un piano di perfetta parità.
Ricchi dividendi
Fca sta valutando 5,5 miliardi di euro di dividendo straordinario per gli azionisti nel caso di un accordo (di cui 1,65 miliardi ai soci della controllante Exor). Mentre Psa potrebbe distribuire ai suoi azionisti 2,7 miliardi che frutterebbe lo spin off o la vendita del suo 46% nella società di componentistica Faurecia. In questo modo la Casa francese andrebbe a pareggiare il suo valore con quello del partner. Intanto i titoli Peugeot (+4,53%) e Fiat Chrysler Automobiles (+ 9,53%) hanno corso in Borsa, segno che il mercato crede nella fattibilità del deal.
Una possibilità che le due parti stanno discutendo è la fusione tra uguali. Le indiscrezioni di mercato parlano già un possibile assetto di governance così disegnato: un consiglio di amministrazione con 5 componenti di Psa e cinque di Fca. L’amministratore delegato di Peugeot, Carlos Tavares, andrebbe a capo della nuova casa automobilistica come ceo (e come sesto francese in cda), mentre John Elkann, presidente della Fca, assumerebbe lo stesso ruolo nella nuova società.
Concluso il Consiglio Psa
Si è svolta nel pomeriggio di mercoledì 30 ottobre la riunione del consiglio di Sorveglianza di Psa per esaminare il progetto di fusione con Fca. Questa mattina il gruppo francese ha indicato che «a seguito delle recenti notizie di stampa su una possibile fusione tra Groupe Psa e Fca, il gruppo Psa conferma che sono in corso delle discussioni per creare uno dei principali gruppi automobilistici mondiali». Nel primo pomeriggio i consiglieri del Supervisory board del gruppo francese, presieduto da Louis Gallois, si sono riuniti per esaminare il dossier. Psa non ha fatto alcuna comunicazione ufficiale al termine del consiglio. Questa sera è in programma una analoga riunione del consiglio di amministrazione di Fca. Comunicazioni da parte di entrambi i gruppi sono attese per domani mattina.
Cda Exor pronto per la convocazione
Il consiglio di amministrazione di Exor per trattare il dossier Fca-Psa non risulta ancora formalmente convocato. Tuttavia, fonti indicano a Radiocor che il cda «è in stand-by», pronto alla convocazione. In questa fase, l'azionista di riferimento di Fca, «non ha altro da aggiungere». Si aspetta l'esito del cda di Psa.
Gli advisor, Mediobanca per Psa
Mediobanca è lead advisor della casa francese per l'accordo. Piazzetta Cuccia sta operando attraverso la sede di Parigi in una operazione definita negli ambienti finanziari «il deal dell'anno» per valore e prestigio. Psa è assistita anche da Morgan Stanley, con Mediobanca che agisce da capofila. All'operazione stanno lavorando anche un'altra serie di case di investimento, che agiscono da consulenti per gli altri soggetti coinvolti nell'operazione, come ad esempio i consiglieri indipendenti della casa francese. Goldman Sachs, già financial advisor di Fca per la mancata operazione tra il gruppo italo-statunitense e Renault, sta continuando a lavorare con la Casa del Lingotto anche nelle trattative con Psa. Lazard assiste invece Exor, la holding della famiglia Agnelli controllante di Fca. Lazard era advisor di Exor anche nell'operazione con Renault, cui poi John Elkann ha deciso di rinunciare.
Prudenza dal governo francese
La fusione Fca-Psa «consentirebbe di creare il quarto gruppo auto mondiale per rispondere alle nuove sfide della mobilità», hanno affermato fonti del ministero francese dell’Economia contattate dall'Ansa. «I due costruttori francesi (Psa e Renault) - precisano a Bercy - si piazzerebbero, con i loro partner rispettivi (Fca e Nissan), tra i quattro primi costruttori mondiali». Secondo le fonti, le discussioni tra i due gruppi confermano inoltre «il movimento di consolidamento mondiale dell'industria dell'auto, che è necessario e nel quale la Francia vuole avere tutto il suo posto».
E indubbiamente il consolidamento è necessario. L'automotive è in una fase di profonda trasformazione (in un quadro di mercato, come confermato da Volkswagen, in peggioramento), con i margini in discesa a causa degli investimenti per la transizione tecnologica verso elettrificazione e guida automatizzata. Finora sono stati investiti 275 miliardi di euro nella mobilità elettrica ed entro il 2025 i costruttori porteranno sul mercato più di 300 nuovi modelli elettrici a batteria. La transizione rischia altrimenti di costare molto cara a causa delle normative Ue (con relative sanzioni) sulle emissioni inquinanti.
Roma in osservazione
Il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, ha commentato che Psa-Fca «è un'operazione di mercato. Stiamo osservando quello che accade», mentre il viceministro dell'Economia Antonio Misiani ha detto che «è vitale preservare l'insediamento in Italia di Fca e guardare con attenzione e favore tutti i percorsi di aggregazione e partnership industriali che permettano questo». In serata il ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri, ha dichiarato che «il Governo è rispettoso della trattativa di mercato ma nella consapevolezza che si tratta di un'importantissima azienda del Paese, seguiamo con grande cura e attenzione». Secondo Gualtieri si tratta di «processi di razionalizzazione inevitabili».
Alleanze globali e paletti parigini
Le alleanze e le fusioni assumono quindi, e i governi ne sono consapevoli, un'importanza cruciale. Nel caso delle possibili nozze tra Psa e Fca i francesi porterebbero a casa i marchi premium e del lusso che a loro mancano (da Jeep ad Alfa Romeo, fino a Maserati)e l'accosso al mercato Usa. Il gruppo guidato dal ceo Mike Manley avrebbe accesso soprattutto alle piattaforme che a Fca mancano per costruire i modelli del futuro.
Tuttavia «lo Stato (che è primo azionista di Psa al pari dei Peugeot e dei cinesi di Dongfeng con il 12,23%, ma ha la metà dei diritti di voto, ndr) sarà particolarmente vigile sulla preservazione dell'impronta industriale, sulla governance della nuova entità, sulla preservazione degli interessi patrimoniali della Banque publique d'investissement e sulla conferma dell'impegno del nuovo gruppo nella creazione di una filiera industriale europea delle batterie».
Dopo il tentativo con Renault
La clamorosa novità arriva mesi dopo che la Fiat ha abbandonato un'offerta analoga per fondersi con la grande rivale transalpina di Peugeot, Renault. Il tentativo era fallito ai primi di giugno, dopo che la casa guidata dal ceo Mike Manley non era riuscita a ottenere il sostegno del governo francese, frenato dalla netta opposizione del partner di Renault nell’Alleanza, ovvero Nissan.
Fca aveva lasciato aperta la possibilità di rinnovare i colloqui con la Renault e anche da parte del presidente della casa francese, Jean-Dominique Senard, era stata espressa la disponibilità a riprendere la trattativa. In precedenza i rumor di mercato avevano parlato anche di un’ipotesi Psa per la casa italo-americana, ipotesi che non era mai scomparsa dai radar.
Altri articoli:
● La «nuova» Fca dopo il no a Renault. E lo zampino Psa dietro alle trattative fallite
● Fca rompe con Renault ma non può fare a meno di un partner
(Articolo aggiornato il 30 ottobre alle ore 21.23)
Alberto Annicchiarico
vicecaposervizio
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