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Google ha raccolto i dati sanitari di 50 milioni di americani senza informarli

dal nostro corrispondente Riccardo Barlaam

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Si chiama Project Nightingale, progetto usignolo. Si tratta della raccolta di dati sanitari più importante degli Stati Uniti raccolti da Big G, senza il consenso degli utenti, assieme alla seconda catena di ospedali più grande del paese

12 novembre 2019
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4' di lettura

NEW YORK - Il nome evoca il canto degli uccelli. Si chiama Project Nightingale, progetto usignolo. Si tratta della collezione di dati sanitari più importante degli Stati Uniti raccolti da Google, senza il consenso degli utenti, assieme alla seconda catena di ospedali più grande del paese, la no profit cattolica Ascension: 2.600 ospedali e cliniche private, e migliaia di medici che hanno ottenuto le informazioni dettagliate sulla storia sanitaria di 50 milioni di cittadini americani in 21 stati. I pazienti, come rivela un’inchiesta del Wall Street Journal, non sono stati informati preventivamente di essere oggetto di ricerca.

Le big tech puntano sulla sanità
I big data dei consumatori americani sono il nuovo petrolio, l'oro del futuro. Le big tech lo sanno bene. Non solo Google, ma anche Apple, Amazon e Microsoft hanno progetti per conquistare delle fette di mercato sul lucroso sistema sanitario americano. Apple sta lavorando sulla ricerca medica virtuale usando i dati offerti dagli iPhone e soprattutto dagli AppleWatch sulle abitudini dei suoi consumatori, i battiti cardiaci, le ore di attività o di sonno. Microsoft ha introdotto nel suo sistema cloud Azure dei tools per consentire al sistema sanitario di condividere i dati medici dei pazienti. Amazon lo scorso anno ha creato una newco con Berskshire Hathaway, la holding di Warren Buffett, e con Jp Morgan Chase per cercare di migliorare le cure e ridurre i costi sanitari per i propri dipendenti negli Stati Uniti.

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Intelligenza artificiale e salute
I dati raccolti da Google negli ospedali Ascension sui 50 milioni di pazienti mettono insieme i risultati delle analisi di laboratorio, le diagnosi mediche e i report sulle ospedalizzazioni. Una storia completa delle loro condizioni sanitarie, comprensiva del nome e cognome e della data di nascita. Google e Ascension stanno testando un software che utilizzando l'intelligenza artificiale e gli algoritmi dei programmatori di Big G permettono ai medici e alle assicurazioni, in generale ai fornitori di servizi sanitari, di suddividere i dati dei pazienti per categorie (età, patologie, sesso etc.) e di creare dei grafici a seconda delle ricerche impostate, secondo quanto riportato dal NyTimes. Lo scopo ufficiale è quello di offrire ai medici un facile accesso ai dati dei pazienti per migliorare le loro cure. Ma non è difficile immaginare come questi dati possano essere usati dall'industria del farmaco e dalle assicurazioni per programmare meglio le loro attività e aumentare i loro profitti, in nome dell'efficienza, a scapito del rispetto della privacy dei pazienti.

La difesa: “Pratiche standard”
Google sul suo blog si difende dal polverone suscitato da queste indiscrezioni giornalistiche confermando l'esistenza del Progetto usignolo, e sostiene che si tratta di “pratiche standard”. Tutto normale, dal loro punto di vista. Big G scrive che la partnership con Ascension è conforme alle regolamentazioni previste dagli Stati Uniti per la tutela della privacy, e cita l'HIPAA (Us Health Insurance Portability and Accountability Act) ad esempio, la legge del 1996 a tutela dei dati dei pazienti da parte delle assicurazioni sanitarie. “Per essere chiari – scrive nel blog aziendale Google – i dati dei pazienti non potranno essere incrociati con i dati dei consumatori di Google”. Ascension, a sua volta, si difende dicendo che la joint con Google potrebbe “ottimizzare” le cure sanitarie e prevede anche lo sviluppo strumenti legati all'intelligenza artificiale per aiutare il lavoro dei medici.

Big data e pubblicità
Il responsabile di Google Cloud, Tariq Shaukat, in una nota ha confermato che Mountain View sta lavorando con gruppi come Ascension perché “speriamo di trasformare le cure sanitarie”. Attraverso il suo ramo advertising, Google conosce tutta una serie di dati personali sulle scelte e le preferenze dei consumatori, compreso ciò che interessa alle persone che navigano sul motore di ricerca più diffuso al mondo: la loro localizzazione, quello che guardano su YouTube, quello che cercano su Google. La scorsa settimana Big G ha annunciato l'acquisizione di Fitbit da 2,1 miliardi di dollari, società che produce gli sportwatch con gli activity tracker e la lettura della frequenza cardiaca dal polso. Google ha fatto sapere che non intende usare i dati personali degli utenti di Fitbit per indirizzare le pubblicità su Google a misura degli utenti. Ma non è facile credergli.

Un'ombra su Big G
Le rivelazioni sui dati personali violati dei 50 milioni di pazienti americani gettano un'ombra sulle politiche della società hi-tech. I precedenti ci sono. Nel 2017 i regolatori della Gran Bretagna hanno scoperto che Deep Mind, una startup di I.A. controllata da Google, aveva violato le leggi di tutela della privacy utilizzando i dati del fornitore di servizi sanitari Royal Free National Healt Service Foundation Trust senza informare a sufficienza i pazienti. Google si era giustificata dicendo che la società Deep Mind stava cercando di realizzare “un sistema di intelligenza artificiale per assistere l'attività di infermieri e dottori”. Il Grande fratello che ora insomma entra nelle cartelle cliniche delle persone.

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