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Coronavirus, perché negli Usa non vengono fatti tamponi?

di Enrico Marro

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Negli Usa effettuati poco più di 400 test, 16 al giorno, contro i 28mila della Corea: i kit per il Covid-19 si sono rivelati inutili. Come mai?

28 febbraio 2020
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2' di lettura

Agli occhi di un europeo sembra incredibile. Secondo l’agenzia Reuters e alcuni media americani, solo cinque Stati americani avrebbero a disposizione tamponi per identificare il coronavirus: per la cronaca sono California, Illinois, Nebraska, Nevada e Tennessee. E finora nella prima potenza economica mondiale sono stati effettuati solo 445 tamponi, come dichiarato ufficialmente sul sito del Cdc, il Centers for Disease Control and Prevention, agenzia sanitaria governativa incaricata di fronteggiare l’emergenza.

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Appena 445 tamponi - una media di 16 al giorno - contro gli oltre 28mila test fatti in Corea del Sud e i più di 200mila della Cina. Tutto questo mentre nella sola California ottomila persone si trovano in isolamento volontario domiciliare per sospetto Covid-19 e si sono registrati in primi casi di contagio da coronavirus.

Lo scandalo dei kit per il Covid-19
La Cdc, organismo ufficialmente incaricato della distribuzione dei tamponi per il coronavirus, si è rivelato una catastrofe. In un primo momentoha distribuito kit rivelatisi inutili per identificare il Covid-19 ed è stata sommersa dalle proteste dei laboratori di analisi. Il 14 febbraio Nancy Messonnier, direttore del Centro Nazionale per le Malattie Immunitarie e Respiratorie del Cdc, ha ammesso l’errore dichiarando che l’agenzia sanitaria stava mettendo a punto un nuovo tipo di tampone, da far autorizzare alla Food and Drug Administration (Fda). Il tutto con una lentezza esasperante.

A quanto risulta a diversi media statunitensi, la nuova versione del test sarebbe stata distribuita con il contagocce, arrivando solo al 3% dei laboratori di analisi. Tanto che alcuni Stati e laboratori hanno chiesto direttamente alla Fda di poterselo fabbricare da soli, il benedetto tampone.

Il caos della prevenzione Usa
Ora: che il Centers for Disease Control and Prevention della più grande potenza economica mondiale non riesca a fornire tamponi disponibili in tutto il mondo sembra paradossale. Nella campagna degli Usa contro il coronavirus regna la confusione tra il ruolo vicepresidente Mike Pence, nominato da Trump alla sua guida, e quello di autorità sanitarie quali il Cdc. “The Donald” ha promesso di chiamare all’appello rapidamente esperti nelle risposte alle minaccia alla salute pubblica, ma negli ultimi due anni ha decimato non solo i budget ma anche gli scienziati e i responsabili impegnati su fronte del rischio di epidemie e pandemie. E dietro alle cifre ufficiali dei contagiati negli Stati Uniti, probabilmente c’è molto, molto di peggio. Quel peggio che Wall Street sta iniziando a intuire, precipitando in caduta libera.

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